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Mountain bike a stelle e strisce, la Foligno Free Ride conquista l’America

Pubblicato il 19 Ottobre 2017 13:37 - Modificato il 5 Settembre 2023 16:37

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“Condividere un viaggio del genere, solcare i percorsi che hanno visto i pionieri della mountain bike ideare questo meraviglioso mezzo, è stato per noi un’emozione incredibile, sempre crescente, a volte ci fermavamo a riflettere sui luoghi che stavamo percorrendo quasi con le lacrime agli occhi”. Il viaggio è da sempre una delle prerogative umane più nobili, quando si viaggia si assaporano emozioni uniche soprattutto quando c’è la consapevolezza di realizzare un qualcosa di storico e di stare nello stesso momento a contatto con la storia stessa. L’associazione Foligno Free Ride non è nuova ad imprese fuori le mura cittadine e la voglia di mettersi in gioco lungo i percorsi e trail più impegnativi italiani e europei, ha donato ai ragazzi folignati una consapevolezza ed esperienza tale da poter realizzare il viaggio che tutti gli amanti della mountain bike sognano di fare almeno una volta nella propria vita: Colorado e Utah. In quelle terre, altipiani rocciosi e lunghe praterie, i primi pionieri della mountain bike decisero di iniziare a modificare le allora bici da passeggio e da strada, inserendo dei pneumatici taccolettati proprio per avere più aderenza nei lunghi trail che avrebbero di lì a poco sperimentato per una nuova concezione di bicicletta. Più andavano avanti con i test e più i pionieri erano convinti di un possibile sviluppo di una bicicletta adatta a tutti i percorsi, quindi si iniziava a disegnare una bici ad hoc per montagne e strade dissestate, con un manubrio dritto e un’angolazione del telaio più conforme a pedalate in salita o lunghe discese in velocità. Gary Fisher, Charlie Kelly e Tom Ritchey sono i nomi, insieme a quello di Joe Breeze che hanno contribuito a questa rivoluzione. Foligno Free Ride, in piena autonomia ha deciso di provare, con le attuali mountain bike, gli antichi percorsi che hanno portato alla nascita di questo meraviglioso movimento: un viaggio “scoperta”, non nuovo chiaramente per chi vive in America, ma nuovissimo tra le associazioni italiane di mountain bike in quanto è la primissima volta a livello nazionale che un’associazione parte alla volta del Colorado e Utah. Il presidente Michele Romagnoli insieme a Filippo Fabrizi, Walter Cecchini e Daniele Antoniacci soni i quattro temerari che hanno realizzato in 11 giorni oltre 300 km in sella ad una bici per un totale di 6000 metri di dislivello negativo. Colorado e Utah, dalle Rocky Mountain al deserto di Canyonlands National Park, sempre al di sopra dei 1400 metri di quota con l’altezza massima di Burro Pass a 3400 metri sopra il livello del mare. “Erano anni che studiavo un viaggio del genere – dichiara il presidente Michele Romagnoli – ed  averlo condiviso con i miei amici e compagni di Foligno Free Ride è stato un onore ma anche una sorta di necessità, in quanto da solo un’esperienza del genere non l’avrei mai fatta; la felicità di queste imprese è proprio nella condivisione, nel tuo amico che alla fine della salita ti aspetta per un cinque o per una fotografia. Siamo chiaramente orgogliosi di essere la prima associazione italiana ad aver solcato quei luoghi ma ancor di più carichi di aver acquisito un bagaglio di esperienza incredibile, che ci ha fatto crescere anche dal punto di vista sportivo. Abbiamo soggiornato nelle città di Eagle, Moab, Fruita e Golden – prosegue nel racconto – spostandoci tra le varie città con un grande camper. Da queste città ogni giorno, con le nostre biciclette, partivamo per i vari sentieri e trail dove abbiamo vissuto le più grandi avventure passando anche quattro stagioni, dal caldo torrido fino alla neve. Le prime impressioni e ricordi sono di una popolazione che ha la bicicletta e la mountain bike nel sangue, per loro è uno stile di vita da usare praticamente tutti i giorni. In quei luoghi tutto ruota intorno a questo movimento. Inoltre la vastità di quelle aree mi hanno permesso di riflettere molto sull’idea dei primi pionieri, il perché hanno sentito l’esigenza di modificare una bici per poterla portare anche in luoghi non propriamente consoni, quello che ti dona la maestosità di un paesaggio vissuto in sella ad una bici è un qualcosa di irripetibile”. I quattro ragazzi ora rientrati a Foligno saranno impegnati, con l’associazione Foligno Free Ride, a nuovi progetti di esplorazione ma anche di valorizzazione del territorio circostante, in quanto ormai il cicloturismo, seppur in ritardo, sta prendendo molto piede in Umbria perché, come affermava John Fitzgerald Kennedy, “niente è paragonabile al semplice piacere di un giro in bicicletta”.

 

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