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Foligno, al cimitero si ruba di tutto. Tra le tombe spuntano i cartelli: “Lasciate stare i defunti”

Pubblicato il 13 Novembre 2017 11:40

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Nella letteratura Robin Hood rubava ai ricchi per dare ai poveri. Le sue azioni erano “eticamente corrette”. I suoi scopi, seppur basati su un crimine, avevano un fine più che nobile. Ma cosa avrebbe pensato lo scrittore di Robin Hood di fronte a quelli perdurati nella zona del cimitero centrale di Foligno? Nemmeno un narratore dalla più fervida fantasia poteva raccontare le vicende di una così becera realtà quotidiana come quella denunciata da cittadini e operatori commerciali della zona del cimitero centrale. Sì, perché da diverso tempo i furti all’interno del luogo sacro non sono mai realmente finiti. Ci sono stati sempre dei periodi con più o meno disagio per quanto riguarda queste vili azioni, ma nel 2017 i furti sembrano aumentati notevolmente. E’ il caso di quelli che hanno interessato le gronde di rame nel periodo della settimana di Pasqua, come testimoniato dai fiorai alla nostra redazione. Ma i ladri del cimitero sembrano essere interessati un po’ a tutto: dalla zona vecchia a quella nuova. Non ci sono luoghi “al sicuro” e i negozianti della zona insieme ai cittadini denunciano furti di ogni tipo: dai semplici fiori, a veri e propri mazzi o vasi rubati, passando per i sottovasi sino ad arrivare a ricordi di ogni tipo. Da quando questi furti sono divenuti una “brutta consuetudine” i cittadini hanno iniziato a munirsi di cartelli, affiggendoli sia nelle zone di passaggio che nelle stesse tombe. Stando alle testimonianze dei fiorai della zona, qualche ladro a volte avrebbe addirittura risposto ai messaggi con dei bigliettini. Diverse le persone che hanno denunciato il fatto alle forze dell’ordine, nel tentativo di arginare questi bruttissimi episodi. Ed è proprio dai loro racconti che emergono situazioni di ogni tipo, come ad esempio furti avvenuti durante la chiusura delle tombe di famiglia. I disagi hanno portato cittadini e operatori economici a richiedere a gran voce l’istallazione di telecamere a circuito chiuso anche con una raccolta fondi privata, certi che con un deterrente di questo tipo, certe azioni possano in qualche modo arrestarsi. In questo caso però, a bloccare il tutto ci sarebbero dei vincoli legati alla privacy. Insomma, oltre al danno, anche la beffa.

 

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