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Althea, sul riassetto aziendale non compare Foligno. I sindacati: “Restiamo preoccupati”

Pubblicato il 14 Giugno 2018 17:08

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Che fine farà la sede folignate di Althea? E’ la domanda che si pongono sindacati e lavoratori al termine dell’incontro capitolino con i vertici dell’azienda biomedicale. Vertice che serviva per fare chiarezza sul tanto atteso piano di riorganizzazione di quello che, dal 1° luglio prossimo, diventerà un vero e proprio colosso delle tecnologie biomediche. L’Althea ingloberà in sé anche la Ebm, storica azienda con sede alla Paciana di Foligno. Realtà che conta una sessantina di dipendenti, preoccupati da qualche settimana per il loro futuro. I timori non sono legati tanto alla perdita del posto, quanto ad un eventuale accorpamento in sedi più grandi, che rischierebbe così di far sparire il presidio folignate. Ed effettivamente al termine del vertice al ministero dello Sviluppo economico i timori sotto questo punto di vista rimangono. Già, perché Althea punterà alla “semplificazione della struttura societaria e alla sua razionalizzazione”. Termini utilizzati dall’azienda stessa a margine del faccia a faccia al Mise. Cinque le linee strategiche del piano. Si parte dalla costituzione di quattro divisioni operative con varie sedi: Roma, Rodano, Gualdo Tadino, Trieste e Vicenza. Oltre a ciò, si punterà sulla “razionalizzazione e consolidamento delle strutture di back office, che verranno raggruppate e riposizionate in prossimità dei centri di eccellenza”. Il piano prevede anche il mantenimento della presenza capillare delle strutture tecnico-operative su tutto il territorio nazionale, oltre all’accorpamento nelle sedi di Roma e Milano di “servizi corporate” per chiudere poi con il potenziamento delle centrali di logistica di Roma e Milano. “La piena attuazione del piano – precisano da Althea – non prevede esuberi e coinvolgerà tutte le funzioni aziendali”. E Foligno? Nel documento consegnato alla stampa non si fa menzione alla cittadina umbra. E’ per questo che permangono le preoccupazioni da parte dei sindacati: “L’azienda non parla di esuberi ma di accorpamenti che altro non sono che esuberi mascherati – spiega Adolfo Pierotti della Fim Cisl -. E’ per questo che rimane la nostra preoccupazione sul futuro delle realtà regionali: il nostro sentore è che le sedi periferiche non faranno parte del piano riorganizzativo”. Al tavolo del confronto assente la Regione Umbria, nonostante le rassicurazioni della governatrice Marini, arrivate nel corso di una delle manifestazioni indette dai lavoratori negli scorsi giorni. Prossimo incontro in programma il 21 giugno. “L’azienda ci ha esposto le sue strategie – afferma Simone Pampanelli della Fiom Cgil – ora valuteremo approfonditamente i vari punti e poi saremo pronti per tornare a discutere”.

Fabio Luccioli
Fabio Luccioli
Direttore di Radio Gente Umbra e Gazzetta di Foligno

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