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Da Olanda e Inghilterra per la tre giorni di Dancity: “Più forti delle polemiche”

Pubblicato il 30 Agosto 2018 15:02 - Modificato il 5 Settembre 2023 15:43

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“E’ andata molto bene, anche se si può sempre migliorare. Abbiamo fatto un buon lavoro anche grazie all’incredibile squadra di volontari”. Sono queste le dichiarazioni a caldo del presidente del Dancity di Foligno, Giampiero Stramaccia. Il festival che porta la musica elettronica tra le pareti degli edifici storici della città, ha offerto anche quest’anno la possibilità di ascoltare dal vivo artisti di fama ed origine internazionale. Tra i grandi nomi, spiccano quelli del Tangerine Dream ed il loro krautrock, Suzanne Ciani e la performance in quadrifonia. Un’artista, la Ciani, straordinaria. Settantadue candeline già spente, “un’energia incredibile, ha vissuto la vita in maniera piena e creativa, ha lavorato con le più grosse entità del mondo – spiega Stramaccia -. Eppure ha avuto un’umiltà estrema nel relazionarsi con il nostro staff. È arrivata il giorno prima per preparare lo show, per conoscere il contesto, e il posto. È rimasta seduta nell’ex chiesa dell’Auditorium per percepire le vibrazioni del posto. È riuscita a commuovere e generare empatia con il suo imponente strumento”. Un momento artistico, dal sapore mistico, enfatizzato grazie all’ incontro tra luci led e antichi affreschi. Internazionalità non solo degli artisti in scaletta, ma anche degli spettatori. Partito da Olanda, Germania, Francia, Belgio ed Inghilterra, il pubblico del Dancity è stato di respiro europeo. Tanti anche gli italiani, accorsi da svariate regioni come Veneto, Lombardia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Abruzzo e Campania. Ma non sono mancate le polemiche, tanto per alcuni episodi di inciviltà, quanto per la durata della musica fino a tarda notte. Questa la risposta del presidente Stramaccia: “Da quel che mi risulta, non ci sono state molte chiamate. I problemi di inciviltà non credo siano imputabili a noi. In accordo con il commissariato di Foligno – afferma il presidente del festival -, abbiamo imposto la regola in base alla quale chi usciva dal Dancity dopo la mezzanotte, ripagava il biglietto. Questo significa che la gente che ha speso 30 euro per entrare, aveva tutta la voglia godersi lo spettacolo fino in fondo senza poter fare scorribande in giro. Quindi – prosegue Stramaccia – non credo che questi episodi siano imputabili né a noi del Dancity né a ‘Cotta o cruda’. La civiltà è qualcosa che si costruisce tutti insieme, iniziando a valorizzare le cose belle che sono state fatte. Mi sembra, inoltre, che si stia cavalcando l’onda della polemica, si tenta di creare scontri sociali a livello mediatico, invece di capire come effettivamente sia andato il festival. È il sistema che non funziona”. Il festival, come ci racconta il presidente, ha dato il là per ripulire ed abbellire numerosi angoli della città: “La mattina dopo il Dancity, l’auditorium San Domenico era pulitissimo. Abbiamo pagato un servizio di pulizie privato e in piú, grazie alla collaborazione con la Vus, sono stati effettuati interventi straordinari nella zona dell’Auditorium. Ma c’è di più: quando abbiamo preso noi il chiostro, c’erano piccioni morti ed erba alta. Con il decespugliatore, abbiamo ripulito l’area, noi e i ragazzi degli impianti sportivi di viale Marconi. Abbiamo provveduto a ripulire anche aree abbandonate, come il passaggio che va al palazzo Candiotti. Nel 2012 abbiamo riempito una buca davanti all’Auditorium”. Insomma, il quadro che emerge è più che positivo, non solo dal punto di vista artistico, ma anche per l’ornamento e l’ordine di una città che sa aprirsi all’internazionalità e alla modernità.

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