“Villa Silvana non deve chiudere”. È l’appello messo nero su bianco dai familiari dei pazienti della residenza protetta di Spoleto, recentemente raggiunta da un provvedimento di chiusura perché ritenuta abusiva. I controlli effettuati dal Nas nel mese di settembre, insieme a personale dell’Usl Umbria 2, avevano infatti riscontrato delle irregolarità: a cominciare dalla mancanza dell’autorizzazione della Regione per poi passare a carenze igienico sanitarie.
Questioni legittime che i familiari degli anziani ricoverati non mettono in dubbio, contestando però quella che definiscono “l’imposizione di un termine così breve per provvedere al trasferimento. Laddove – denunciano – l’amministrazione e le autorità competenti, per altre situazioni sono molto lente ad attivarsi”. Ciò che chiedono, dunque, è una seconda possibilità per una struttura che i pazienti, spiegano, “considerano come la loro casa”. Da qui l’appello al Comune di Spoleto, alla Regione e all’Usl Umbria 2 affinché concedano ai responsabili della struttura lo stretto necessario per “esperire con urgenza tutti gli adempimenti finalizzati a regolarizzare la situazione, cosicché – proseguono – si possa evitare lo spostamento dei nostri cari”.
Per le famiglie interessate dalla vicenda, infatti, la chiusura della struttura “potrebbe avere delle conseguenze imprevedibili e forse irreparabili”. Senza dimenticare i dieci posti di lavoro che per i firmatari del documento andrebbero persi “per delle irregolarità assolutamente da condannare, ma che nulla tolgono al valore dell’attività stessa”. “Villa Silvana – dichiarano infatti le famiglie – è un posto semplice, dove gli anziani stanno bene e vengono accuditi con umanità e professionalità. Siamo costernati – concludono – perché dobbiamo trasferire forzosamente e velocemente i nostri cari, che ormai sono abituati alle persone e al clima familiare che esiste all’interno della struttura e che ha spinto alcuni pazienti anche a prendervi la residenza”.