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E’ il 19 novembre, a Nocera Umbra torna la tradizione con il pane di San Tomassuccio

Pubblicato il 19 Novembre 2018 15:36 - Modificato il 5 Settembre 2023 15:27

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La civiltà di quest’epoca è contraddistinta dall’avanzamento tecnologico, un benessere primario comune ma, soprattutto, dove il razionalismo e la concretezza prevalgono sulla metafisica. Ci sono dogmi, però – anche se, in questo caso, sarebbe meglio dire tradizioni –, che non svaniscono nel nulla, nonostante il progresso scientifico. È il 19 novembre e, a Nocera Umbra, non è una data caduta nell’oblio. I cittadini si recano, come consuetudine, nella piazza principale o nei vari punti di raccolta organizzati nella prima periferia del paese per andare a prendere il pane di San Tomassuccio. I nocerini hanno sempre nutrito un particolare affetto per questa figura religiosa, la cui storia – narrata da un suo discepolo – risale a ben settecento anni fa. Tomassuccio nacque a Valmacinaia (nei pressi di Lanciano di Nocera) nel 1319, da una famiglia benestante. A ventiquattro anni lasciò la sua vita di allora per intraprendere il sentiero dell’eremitaggio a Serrasanta di Gualdo Tadino, vendendo prima tutti i suoi averi per sfamare i poveri. Dopo alcuni anni, seguì la fase della predicazione (che si espanse fino in Spagna): tutt’altro che leggere, l’allora beato formulò invettive – caratterizzate da temi come i vizi del tempo – rivolte non soltanto al popolo, ma anche ai potenti. Se tali ammonizioni non fossero state ascoltate, Tomassuccio le accompagnava a presagi sgradevoli, profezie di sventure o castighi. Questa sua attitudine, al contrario, gli costò una denuncia da parte della Santa Inquisizione e un breve periodo di detenzione. Morì il 15 settembre 1377 a Foligno, ma le sue spoglie furono traslate il 19 novembre nella Chiesa di Sant’Agostino. La tradizione della distribuzione del pane di San Tomassuccio risale al XV secolo anche se, per molti anni, fu abbandonata. Un tragico evento del 1744 la riportò in vita, in seguito ad un attacco delle truppe spagnole a quelle austriache, con quest’ultime che si asserragliarono all’interno delle mura nocerine. L’esercito spagnolo perciò piazzò i cannoni facendo presagire un bombardamento ma, il 19 novembre dello stesso anno, gli austriaci alzarono bandiera bianca in segno di resa. Tale salvezza improvvisa venne attribuita, da parte dei nocerini, al beato Tomassuccio e, conseguentemente, si ricominciò con la distribuzione del pane. La tradizione vuole i nocerini conservare in questo giorno il pane incartandolo, per poi tirarlo fuori l’anno successivo, senza che esso venga intaccato dalla muffa.

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