Duro attacco del Silp Cgil Umbria al governo Lega-Movimento 5 Stelle, apostrofato come il governo del “cambianiente”. “I rinforzi promessi arriveranno solo nei prossimi mesi – spiegano dal sindacato di polizia – e saranno di gran lunga inferiori rispetto ai pensionamenti già previsti”.
Emblematico il caso del commissariato di Foligno, dove – negli ultimi anni – si è passati da 51 agenti ai circa 40 attuali. Situazione critica anche a Spoleto dove – fanno sapere dal Silp Cgil – il commissariato non ha quasi mai la pattuglia. Così come difficoltà si riscontrano anche nelle altre città umbre, da Perugia – dove il rischio è quello di un declassamento del commissariato – a Terni, passando per Orvieto e Città di Castello.
Ecco, perché il sindacato chiede un impegno a tutte le forze politiche, affinché innanzitutto la questura di Perugia non venga declassata e al suo comando vengano destinati dirigenti di assoluta valenza ed esperienza, in grado di gestire al meglio le sempre più esigue risorse, ma non solo.
“Per questo – commenta il segretario regionale del Silp Cgil Umbria, Libero Luchini – abbiamo lanciato una campagna di mobilitazione nazionale sotto l’hashtag #CAMBIAMOLAMANOVRA. Perché – prosegue – le risorse previste dal governo nella legge di bilancio sono sostanzialmente in continuità col passato e per quel che riguarda le assunzioni si riparte dalle 7.500 nuove unità nel triennio, già programmate e finanziate dalla vecchia manovra”.
Insufficiente per Luchini anche l’incremento stipendiale previsto, pari a 31 euro lordi per il prossimo anno, ovvero 15, 20 euro netti. “Una miseria e un affronto intollerabili” sottolinea il sindacalista, che aggiunge: “Anche per quel che riguarda il riordino interno delle carriere, che dovrebbe servire a migliorare l’efficienza degli apparati, sono previsti appena 70 milioni di euro che si sommano ai 20 milioni. Cifre – commenta – irrisorie”.
Ecco perché il Silp Cgil si dice pronto ad un percorso di mobilitazione che coinvolga l’intero territorio, con l’obiettivo di sensibilizzare i parlamentari locali e l’opinione pubblica. “Perchè – conclude Libero Luchini – la manovra si deve e si può cambiare”.