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Non solo mostre, i tesori di Colfiorito in un libro. Perosino: “Modello da replicare”

Pubblicato il 17 Febbraio 2019 08:48

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In principio saranno le Terme di Diocleziano, poi il viaggio proseguirà a Foligno per concludersi a Colfiorito. E’ questa la “road map” in programma per i ritrovamenti fatti a Colfiorito nel corso degli scavi per la realizzazione della nuova Ss77. Oggetti risalenti al VI secolo avanti Cristo restaurati dalla Soprintendenza ai beni culturali e che nei prossimi mesi saranno oggetto di una mostra a Roma. Successivamente i tesori verranno esposti a Foligno, mentre la loro “casa” tornerà ad essere Colfiorito e più precisamente il Museo archeologico. Quella di restituire al territorio ciò che gli scavi hanno donato è stata una ferma richiesta del vicesindaco Rita Barbetti. Richiesta che ha da subito trovato campo fertile sia da parte della Soprintendenza che di Archeolog, la onlus creata da Anas che si occupa proprio del restauro, conservazione e valorizzazione dei reperti venuti alla luce nel corso della realizzazione delle infrastrutture stradali. “Per noi, riportare i ritrovamenti nel luogo d’origine è un principio sacrosanto – commenta Guido Perosino, presidente di Archeolog e amministratore unico di Quadrilatero, intervistato da Radio Gente Umbra -. Siamo partiti con questa volontà e così continueremo a lavorare”. Dalla sua creazione nel 2015, Archeolog di passi in avanti ne ha fatti. Tutto è iniziato proprio dagli scavi di Colfiorito, per i quali l’associazione è riuscita a reperire i fondi per il restauro. Dopo Quadrilatero ed Anas, in Archelog sono entrate anche Rfi e Italferr, ovvero le due “controllate” più importanti delle Ferrovie italiane: chiaro segnale che il binomio infrastrutture viarie-archeologia è un tema tenuto sempre più in considerazione. “Lo schema utilizzato per Colfiorito verrà replicato anche in molte altre situazioni – annuncia il presidente Guido Perosino -. Per noi quella folignate è una grande sfida, perché è stata la prima che porterà alla restituzione nel territorio di quanto trovato da Anas durante le campagne di scavo. Questo – prosegue Perosino – è un modello da replicare in Calabria, Piemonte, Puglia, Emilia Romagna e via dicendo”. Anche perché paradossalmente “la costruzione delle strade – spiega l’amministratore di Quadrilatero – è rimasto uno dei pochi baluardi dell’archeologia italiana, visto che siamo quasi gli unici che scavano e quindi ritrovano”. E’ per questo che pochi anni fa Anas ha istituito anche un’innovativa figura, quella dell’archeologo di cantiere, ovvero un professionista capace di rendere le nuove opere stradali non più nemiche ma alleate dell’archeologia: “E’ l’anello di congiunzione tra Soprintendenza e il cantiere – commenta Perosino -. Un personaggio che ha un bagaglio di conoscenze che gli permettono di avere l’autorevolezza necessaria per coniugare le due cose. I ritrovamenti non sono più interferenze, ma opportunità”. E se l’auspicio di Archeolog è quello di allestire la mostra romana alle Terme di Diocleziano prima dell’estate, nel frattempo ciò che Colfiorito ha restituito all’uomo dopo quindici secoli è finito anche in un libro. Si chiama “L’archeologia si fa strada” ed è il primo volume di una collana a cura di Rubbettino che raccoglierà nel corso degli anni tutti i rinvenimenti di Anas. In contemporanea con la mostra, uscirà una monografia dedicata ai reperti di Colfiorito: “E’ una pubblicazione – conclude il presidente Perosino – che lascerà un contributo scientifico grande”.

Fabio Luccioli
Fabio Luccioli
Direttore di Radio Gente Umbra e Gazzetta di Foligno

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