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Pm10, a Foligno cinque sforamenti in otto giorni

Pubblicato il 9 Gennaio 2020 13:04 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:12

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Cinque sforamenti di Pm10 in otto giorni. È il preoccupante bilancio di questo inizio 2020 a Foligno. Dal primo all’8 gennaio, infatti, la centralina di Porta Romana ha fatto registrare valori superiori ai limiti consentiti dalla legge in ben cinque giornate. Fatta eccezione per domenica 5, lunedì 6 e mercoledì 7 gennaio, dunque, il livello di polveri sottili presente nell’aria è stato sempre superiore al tetto massimo dei 50 microgrammi per metro cubo. Senza dimenticare che mercoledì i valori hanno sfiorato il “bollino rosso” con 49 microgrammi per metrocubo.

Il dato peggiore il giorno di Capodanno. Il primo gennaio scorso, infatti, la centralina dell’Arpa ha misurato un Pm10 pari a 111 microgrammi per metro cubo. Di fatto il peggiore dato di tutta Umbria dopo quello fatto registrare dalla centralina de Le Grazie a Terni, dove si è toccata quota 128. Un inizio d’anno con il bollino nero, dunque, per Foligno. Al pari di Città di Castello. Entrambe, quindi, seconde solo a Terni, città che si è così aggiudicata la maglia nera delle polveri sottili per il Cuore verde d’Italia.

Tornando a Foligno, sale così a 17 il numero complessivo di sforamenti registrati dall’entrata in vigore dell’ordinanza antismog lo scorso 3 novembre. Situazione che, come detto anche nelle precedenti settimane, continua a ricalcare l’andamento negativo dell’anno passato, quando il limite era stato superato 18 volte, una in più rispetto ad oggi.

Bilancio negativo si, quindi, ma senza il blocco straordinario del traffico come sta avvenendo proprio in questi giorni in altre città italiane. Con diverse modalità a seconda dei Comuni, infatti, limitazioni alla viabilità stanno interessando le grandi città come Torino e Milano, ma anche realtà più piccole come Novi Ligure o Monza solo per citarne alcune.

Provvedimenti che in passato hanno interessato anche la città della Quintana, nonostante l’adozione di misure preventive come la stessa ordinanza antismog, che dal 2015 scatta annualmente nel periodo ricompreso tra il primo weekend di novembre e l’ultimo di marzo prevedendo il blocco della circolazione per alcune categorie di veicoli all’interno del cosiddetto Ambito di riduzione del traffico. Disposizione che non sempre, però, riesce ad incidere sui livelli di Pm10 presenti nell’aria. Oltre allo smog causato dalle auto, infatti, a influire nel periodo invernale sono anche i riscaldamenti e i camini.

Necessario, dunque, come sottolineato più volte da associazioni cittadine come Legambiente e Fiab, promuovere un cambio di rotta che coinvolga sia le istituzioni nelle loro politiche decisionali sia i cittadini nelle loro abitudini quotidiane.

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