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L’Italia si prepara alla “Fase 2”: ecco cosa prevede il nuovo Dpcm

Pubblicato il 27 Aprile 2020 15:45 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:50

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Scatterà il 4 maggio prossimo l’attesa “Fase 2”, quella cioè chiamata a traghettare l’Italia verso una graduale riapertura dopo lo stop imposto dall’emergenza Covid-19. Ad annunciarlo è stato nella serata di domenica 26 aprile il presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte. La seconda fase si protrarrà fino al 18 maggio, quando si passerà ad una nuova tranche di provvedimenti.

Intanto, guardando al Dpcm che entrerà in vigore il prossimo lunedì, saranno consentiti gli spostamenti per rivedere i familiari purché nel rispetto delle distanze interpersonali e dotati degli appositi dispositivi di protezione. Vietato lo spostamento da una regione all’altra, fatte salve comprovate esigenze lavorative, di assoluta urgenza o per motivi di salute. Per i soggetti con sintomi da infezione respiratoria o febbre superiore ai 37.5 gradi è obbligatoria la permanenza in casa, riducendo al minimo i contatti sociali e rivolgendosi al medico curante.

Dal 4 maggio torneranno a riaprire parchi, ville e giardini ma sempre nel rispetto delle distanze di sicurezza. I sindaci, comunque, potranno disporre la chiusura temporanea di quelle aree in cui non è possibile assicurare il rispetto delle misure di sicurezza. Restano chiuse, invece, le aree gioco per bambini. No ad attività ludiche o ricreative, mentre si potrà tornare a fare sport e attività motoria, rispettando le distanze dei due metri nel prima caso e di un metro nel secondo caso. Sempre dal prossimo lunedì potranno tornate ad allenarsi gli atleti, professionisti e non, riconosciuti di interesse nazionale dal Coni, dal Comitato paralimpico o dalle rispettive federazioni. Il riferimento è agli sport individuali, mentre per quelli di squadra occorrerà attendere presumibilmente il 18 maggio.

Sul fronte economico fissata al 4 maggio la ripresa del settore manifatturiero e la possibilità di fare ristorazione d’asporto. Si potranno inoltre tornare a celebrare i funerali. Si tratta delle uniche cerimonie religiose concesse, che dovranno però avvenire preferibilmente all’aperto e con un numero massimo di 15 persone. Slitta al 18 maggio, invece, la riapertura dei negozi per la vendita al dettaglio. Mentre per i servizi alla persona e per la ristorazione tradizionale occorrerà attendere il primo giugno prossimo.

E rispetto all’impossibilità di non poter celebrare le messe con il popolo, nella serata di domenica si è espressa la Cei: “I vescovi italiani – si legge in una nota – non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto. Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale”.

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