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Emergenza Covid, su scuole e “movida” la palla passa a Regioni e Comuni

Pubblicato il 19 Ottobre 2020 10:16 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:13

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La palla, ora, passa a Regioni e Comuni. Dopo aver dettato le nuove disposizioni volte a contenere la diffusione del contagio, infatti, il Governo dà mandato a governatori e sindaci di intervenire, laddove necessario, con misure ancora più stringenti. Il riferimento è, in particolare, a due delle principali questioni che hanno tenuto banco in questi giorni, ossia scuola e “movida”. 

Sul primo fronte, infatti, il nuovo Dpcm firmato dal premier Giuseppe Conte conferma l’apertura degli istituti scolastici di ogni ordine e grado, prevedendo un protocollo flessibile per le scuole secondarie di secondo grado nell’organizzazione dell’attività didattica. E cioè, “incrementando – si legge nel documento pubblicato in Gazzetta – il ricorso alla didattica digitale integrata, che rimane complementare alla didattica in presenza, modulando ulteriormente la gestione degli orari di ingresso e di uscita degli alunni, anche attraverso l’eventuale utilizzo di turni pomeridiani e disponendo che l’ingresso non avvenga in ogni caso prima delle 9”. Per quanto riguarda le università, invece, occorrerà tenere conto delle esigenze formative tenendo conto dell’evoluzione del quadro pandemico territoriale. 

Passando, invece, al capitolo “movida”, è riconosciuta ai sindaci la facoltà di chiudere al pubblico strade o piazze all’interno dei centri urbani dopo le 21, laddove si possano creare situazioni di assembramenti. Fatta eccezione la possibilità di accesso e deflusso a negozi e abitazioni private. Per quanto riguarda pub, bar, ristoranti, gelaterie e pasticcerie è consentita l’attività di ristorazione dalle 5 alle 24 con consumazione al tavolo e con un massimo di sei persone a tavolo. In assenza di posti a sedere i locali dovranno abbassare la saracinesca alle 18. Resta sempre consentita la consegna a domicilio e, fino alle 24, anche l’asporto ma con il divieto di consumare sul posto o nelle vicinanze. Apertura no stop, invece, per le attività di somministrazione di alimenti e bevande negli ospedali, negli aeroporti e nelle aree di servizio lungo le autostrade.

Attenzione anche al mondo dello sport nel nuovo Dpcm. In particolare, sono consentiti solo “eventi e competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali”. Ok alla presenza di pubblico, ma solo del 15 per cento rispetto alla capienza dell’impianto e non superando, in ogni caso, il numero massimo di 1000 spettatori per manifestazioni sportive all’aperto e di 200 spettatori per manifestazioni sportive in luoghi chiusi. Stop, invece, all’attività sportiva dilettantistica di gruppo e alle competizioni degli sport di contatto di carattere ludico-amatoriale. Restano aperte per ora piscine e palestre, “purché si adeguino nel giro di sette giorni – ha detto il premier Conte in conferenza stampa – ai protocolli anti-Covid, pena – aveva proseguito – la chiusura”. 

Per quanto riguarda le altre disposizioni, vietate sagre e fiere, mentre sono consentite le manifestazioni fieristiche di carattere nazionale e internazionale. Sospesi convegni e congressi, ad eccezione di quelli che si svolgono con modalità a distanza. Infine, si all’attività all’interno di sale giochi, sale scommesse e sale bingo con orario dalle 8 alle 21.

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