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C’è il via libera del consiglio comunale: Liliana Segre è cittadina onoraria di Foligno

Pubblicato il 20 Ottobre 2020 12:02 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:13

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Liliana Segre è ufficialmente cittadina onoraria di Foligno. E’ quanto deliberato nell’ultima seduta del consiglio comunale con voto unanime e favorevole dei consiglieri presenti. Tale concessione, proposta nella mozione presentata il 22 gennaio scorso dai gruppi consiliari Pd, Patto x Foligno e Foligno 20/30, con la successiva approvazione dalla massima assise cittadina, riporta la seguente motivazione: “A riconoscimento del suo impegno, culturale e sociale, per la sua storia personale emblematica, per ribadire, infine, che Foligno, tappa importante della vita di San Francesco, è città di pace e di accoglienza”. Un sentimento di gratitudine e orgoglio, senza distinzione di colori politici, è quello che vuole esprimere l’amministrazione comunale nei confronti della senatrice e del suo operato, culturale e sociale. Liliana Segre viene deportata nel 1944 – a seguito dell’emanazione delle leggi razziali, nel 1938 – nel campo di concentramento di Auschwitz Birkenau in Polonia, insieme al padre e ai nonni paterni. All’epoca tredicenne, sopravvive soltanto lei. È anche tra i venticinque bambini italiani, dei 776 deportati, ad uscire vivi dal lager, dopo aver subìto sofferenze di ogni tipo. A ricordarle costantemente la terribile ferita del passato, il suo numero di matricola 75190, tatuato sul suo avambraccio. Nel 2018, viene nominata senatrice a vita dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e, in seguito a ciò, è stata istituita una commissione “Segre” per contrastare l’intolleranza, l’antisemitismo, l’istigazione all’odio e la violenza. Inoltre, dopo aver accertato che la madre della senatrice si chiamasse Lucia Foligno, è stato ipotizzato che gli antenati di Liliana Segre possano aver dimorato a Foligno, considerando altresì che tra Corso Cavour, Via Garibaldi e Via Umberto I°, era presente una comunità ebraica fino all’ordine, emesso da Pio V nel 1569, dell’uscita degli ebrei dallo stato pontificio ad eccezione dei ghetti di Roma e Ancona. Non solo riconoscenza, ma anche solidarietà: con l’ufficializzazione, il Comune di Foligno afferma il netto ripudio delle leggi razziali, nonché condanna qualsiasi forma di totalitarismo e discriminazione, offrendo così il sostegno della città alla senatrice cui è stata oggetto, in tempi non troppo remoti, di minacce e intimidazioni.

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