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Insegnare agli adulti capovolgendo la didattica

Pubblicato il 25 Ottobre 2020 09:15 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:12

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“Scendete dalla cattedra e mettete al centro dell’apprendimento la persona”

 

Una delle regole fondamentali per chi fa didattica per adulti è ricordare che essi differiscono dagli studenti giovani in diversi modi.

Le persone adulte che frequentano scuole serali, corsi professionali, o qualsiasi altro tipo di formazione, portano con sé molte esperienze di vita, hanno diversi livelli di conoscenza, alcune mancano di competenze Tecnologiche su Informazione e Comunicazione (TIC), altre hanno delle tempistiche limitanti (lavoro a turni), o peggio hanno avuto esperienze negative con il processo di formazione (abbandono scolastico), ma tutti sono accumunati da quello che io definisco un assunto didattico: tutte necessitano di una maggiore attenzione.

Quando vi trovate davanti a persone adulte in un ambiente formativo, ricordatevi che la maggior parte di loro ha ancora molta voglia di imparare qualcosa di nuovo, e assorbire nuove competenze, ma lo vogliono fare in modo diverso…diciamo innovativo e per tutti i motivi che abbiamo citato fino adesso, i cosiddetti metodi “tradizionali” usati oggi nella formazione per adulti, non vanno a stimolare e soddisfare le esigenze di queste persone. 

Ma allora come possiamo prenderci cura della formazione di questo tipo di discenti?

Certamente la metodologia in e-learnig o l’apprendimento a distanza sembrerebbe una valida alternativa, in quanto supera la mancanza di tempo ed elimina lo stato d’ansia della classica lezione frontale. 

Ma purtroppo, come detto in precedenza, molte di queste persone hanno un accesso limitato alle nuove tecnologie, e mancano anche delle competenze TIC, quindi tendono ad orientarsi sempre verso un sostegno ed un contatto docente/discente di tipo personale, che a mio modesto parere, resta sempre una cosa preziosa e di difficile sostituzione con la tecnologia moderna.

Un metodo che ultimamente sta dando ottimi risultati, e ve lo dico per esperienza personale in quanto lo uso già da alcuni anni nella formazione per adulti, e la “Didattica Capovolta” o FTP (Flipping The Classroom).

Questa metodologia didattica si sta diffondendo molto rapidamente. Nata in Colorado (USA) una decina di anni fa grazie a due docenti di chimica, Aaron Sams e Jonathan Bergmann, in Italia inizia a ricevere molti consensi tra i formatori/docenti più illuminati.

Iniziamo con il dire che questa nuova metodologia non è una semplice fruizione di video ai discenti al posto della classica lezione frontale, ma è un vero e proprio stravolgimento dei tempi e dei luoghi di apprendimento, e la parte fondamentale di questo nuovo metodo consiste nell’anticipazione dei contenuti, che possono essere strumenti digitali, video, mappe concettuali o il semplice manuale di testo.

Quindi il docente (tramite un sito didattico) predispone tutto il materiale attraverso una piattaforma e-learning, anticipando ai propri discenti lo studio dei contenuti, in modo che possano una volta in aula, chiarire ed approfondire i concetti tramite discussioni, analisi dei testi, attività di gruppo (cooperative learning), e acquisire quelle competenze trasversali, le cosiddette “Soft Skill”, che sono essenziali (anche in ambito lavorativo), per trasformare una conoscenza in un comportamento.

Con questa nuova didattica quindi, il docente non valuta più le persone attraverso un’interrogazione, o delle verifiche scritte, ma durante le ore di lezione “osserva ed annota”, su rubriche o griglie appositamente strutturate, le “competenze reali” che i discenti riescono a mettere in campo.

Questa nuova forma di valutazione inoltre, diventa un “momento formativo condiviso” in quanto la correzione avviene in maniera “partecipata” spesso anticipata o accompagnata dall’autovalutazione del discente stesso, il quale attraverso un processo (meta) cognitivo, riesce a capire a che punto si trova nel suo percorso formativo.

Certamente in questo breve articolo non riesco a sviscerare tutte le caratteristiche di questo nuovo e interessante metodo didattico, ma ciò su cui vorrei focalizzare l’attenzione, è come il FTP riesca a spostare intenzionalmente l’insegnamento verso il modello incentrato sulla persona, sottraendolo da quello del discente, basando il modello su un processo costruttivista, in cui le persone possano usare le loro esperienze precedenti e le conoscenze acquisite, per costruire nuove competenze accessibili in questo futuro cosi maledettamente veloce ed egoista.

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