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Foligno, traffico e riscaldamenti fanno alzare il Pm10. Legambiente: “S’intervenga”

Pubblicato il 19 Gennaio 2021 17:29 - Modificato il 5 Settembre 2023 12:54

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Interventi strutturali per fronteggiare l’emergenza polveri sottili. Li chiede Legambiente Foligno dopo che nel 2020 la centralina installata a Porta Romana ha fatto registrare ben 43 sforamenti. Un numero che vale alla città della Quintana il terzo posto nella triste classifica dell’inquinamento dei Comuni umbri, subito dietro a Terni con le due centraline di Le Grazie (43 sforamenti) e Borgo Rivo (52 sforamenti).

Per Foligno anche tre record negativi regionali nel solo mese di dicembre, con valori assoluti perfino più alti della città delle acciaierie. Il riferimento è alle giornate del 20, 21 e 22 dicembre, quando la centralina di Porta Romana ha fatto registrare rispettivamente 155, 142 e nuovamente 155 microgrammi al metro cubo. Due i fattori che hanno contribuito ad innalzarne i livelli: traffico e riscaldamento.

“Dallo studio di caratterizzazione delle polveri svolto da Arpa – spiegano infatti da Legambiente –  si evince come a Foligno traffico e combustione di biomasse siano responsabili rispettivamente per il 19,5 per cento e per il 22,3 per cento delle emissioni dirette di PM10 dell’aria, cui si aggiungono componenti naturali e aerosol secondari, mentre manca del tutto la componente inquinante dovuta all’industria”. Male anche il Pm2.5, “che – sottolineano da Legambiente – mostra una crescita inquietante, registrando a Foligno il secondo dato medio più alto della regione”.

Da qui, dunque, l’appello del circolo cittadino di Legambiente anche attraverso le parole del suo presidente, Marco Novelli, intervenuto ai microfoni di Radio Gente Umbra. “Dobbiamo correre ai ripari – ha commentato – e farlo significa programmare una serie di interventi che vadano ad incidere sul traffico e sul riscaldamento. Programmare significa mettere in campo misure strutturali – ha proseguito -. Ciò significa che non ci si può più accontentare di semplici ordinanze, come quella relativa al blocco del traffico, che non risolvono il problema e non attenuano neanche”.

Per Marco Novelli occorre dunque incentivare l’uso di nuovi tipi di riscaldamento, tenendo presente come il caminetto sia invece la principale fonte di inquinamento e come abbia un elevatissimo impatto ambientale, e la mobilità alternativa per combattere l’inquinamento provocato dal traffico, ma non solo. Legambiente spinge inoltre sull’aggiornamento urgente del piano regionale della qualità dell’aria. “Infine – concludono – vorremmo capire quanti controlli vengono fatti sul rispetto delle disposizioni e quante multe sono state comminate ai contravventori”.

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