Una fase emergenziale conclusa da tempo e un terreno vittima dell’impasse burocratico: il Tar dà ragione alla proprietaria e condanna il Comune di Nocera Umbra alla rimozione delle macerie del sisma. Concessi trenta giorni di tempo alla Prefettura di Perugia per revocare il provvedimento di requisizione e sei mesi, all’ente, per la bonifica dell’area. Una vicenda, fuorché sconosciuta nel nocerino, che “incide pesantemente nei bilanci attuali del Comune”, come dichiarato all’indomani della sentenza dal primo cittadino, Giovanni Bontempi. “anche in questo caso – prosegue – ci metteremo il massimo impegno per risolvere la situazione, come già fatto per i tanti debiti fuori bilancio pagati, amministrando anche le difficoltà per creare un futuro migliore a tutti i nocerini”.
È il 1997 quando, a seguito del terremoto che colpì pesantemente la cittadina, la prefettura di Perugia requisisce un terreno privato in località Casilini per lo stoccaggio dei detriti. La rimozione, affidata inizialmente e, con apposito finanziamento, ad un consorzio di imprese, non avverrà mai a causa dell’insufficienza di denaro stanziato, e che vedrà l’abbandono del sito da parte delle ditte. Il copione tornerà a ripetersi: nel 2005, il Comune concede l’appalto ad una ditta privata per la selezione, la cernita e lo smaltimento delle macerie senza alcun corrispettivo, se non la disponibilità di circa trentamila metri cubi di materiale lavorato già presente. Negli anni a seguire, il terreno sarà nuovamente vittima d’abbandono.
Il Tar dell’Umbria accoglie la richiesta della proprietaria. Rappresentata ad oggi dall’avvocato Giovanni Ranalli, nel febbraio 2020 la donna diffida formalmente il Comune e la prefettura di Perugia chiedendo di rientrare in possesso del terreno nelle condizioni in cui, venti anni prima, le era stato requisito. Non avendo ricevuto risposta, la protagonista della vicenda nomina il legale e si rivolge al Tar.
Ora, è il Comune di Nocera a pagare. Da dove nasce, però, l’impasse? Tornando agli eventi successivi al 2005 il Comune, dopo numerose diffide alla ditta in questione per la riconsegna del sito ripristinato e, non avendo ricevuto alcun risconto, ha attivato un procedimento giudiziario – tuttora in corso – per ottenere, da parte dell’impresa, il pagamento delle somme necessarie allo smaltimento delle macerie post-sisma. “Continueremo ad agire come sempre per la tutela del territorio e dei cittadini – prosegue il Sindaco – ed abbiamo subito dato mandato al nostro legale per il ricorso alla sentenza del Tar”.
La spesa per lo smaltimento. Dopo le rilevazioni, si calcola un costo di circa 2,5 milioni di euro: una cifra insostenibile per il bilancio del Comune di Nocera Umbra. “In questi ultimi anni – conclude Bontempi – il Comune si è nuovamente e più volte attivato nel richiedere fondi alla Regione dell’Umbria per procedere allo smaltimento delle macerie ancora presenti ma, ad oggi, ancora non si sono avuti riscontri positivi a tali richieste”.