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Rfi taglia sulla vigilanza dei servizi igienici nelle stazioni: a rischio 14 posti di lavoro

Pubblicato il 4 Giugno 2021 13:09 - Modificato il 5 Settembre 2023 12:21

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Filt Cgil e Fit Cisl non ci stanno e dicono no al licenziamento di 14 addetti alla vigilanza dei servizi igienici nelle maggiori stazioni umbre, tra cui quella di Foligno. E proprio davanti all’impianto di viale Mezzetti nella mattinata di venerdì 4 giugno, le sigle sindacali e i lavoratori che rischiano di rimanere senza occupazione hanno denunciato quanto sta accadendo nel comparto. Stando a quanto riferito dal segretario regionale Fit Cisl, Fabio Ciancabilla, l’azienda committente, ovvero Rfi, ha informato solo a fine maggio la ditta appaltatrice, la Coop Service, che non avrebbe più garantito i finanziamenti per il servizio di vigilanza di cui sopra. Questo a partire dal primo giugno: poco preavviso che non è stato accolto di buon grado da sindacati e dipendenti. Il guaio, però, è che la ditta appaltatrice, ora privata dei fondi Rfi, non ha la forza economica per coprire gli stipendi dei suoi 14 lavoratori. Da qui, il rischio licenziamento e la protesta di Filt Cgil e Fit Cisl.

A Terni, Assisi e Perugia il servizio di vigilanza dei bagni nelle stazioni è, dunque, già sospeso, mentre a Foligno c’è il concreto rischio che si interrompa a metà giugno. “Un’emergenza occupazionale e di decoro proprio ora che le stazioni ricominciano ad accogliere volumi importanti di persone”, così fotografa la situazione Ciancabilla, che pone invece l’accento sulla crucialità del servizio in termini di sicurezza dei bagni e quindi di immagine. Rfi, dal canto suo, ha suggerito due possibili risvolti pratici, tutt’altro che risolutivi secondo le associazioni sindacali.

“L’azienda ha proposto il trasferimento in altre stazioni del territorio nazionale gestite da Coop Service – spiega ai nostri microfoni Fabio Ciancabilla –, ma con uno stipendio che non arriva a mille euro resta di fatto una strada non percorribile per i lavoratori. L’alternativa – prosegue il sindacalista – è la riduzione delle ore previste da contratto per i dipendenti, concentrati, tra l’altro, tutti a Foligno dove, come detto, il futuro resta comunque incerto. Si passerebbe – conclude – da un tempo pieno a 38 ore a 7 ore settimanali con inevitabili ripercussioni sul reddito”. Filt Cgil e Fit Cisl chiedono dunque l’intervento delle istituzioni e della ditta committente affinché siano garantiti il reintegro sul territorio dei professionisti e quindi la continuità del servizio. “Cruciale – evidenzia Ciancabilla – per evitare frequentazioni dei bagni non legali e danni per mano di vandali che richiederebbero periodiche e costose ristrutturazioni”.

“L’attività di vigilanza di questi dipendenti – aggiunge il segretario regionale della Filt Cgil, Ciro Zeno – è necessaria per scongiurare che le stazioni, ed i servizi igienici in particolare, si trasformino nel Far West”. A fargli eco anche un lavoratore. “Il nostro – spiega – è un servizio apprezzato da tutti gli utenti, perché li tutela e – conclude – permette un uso dei bagni in totale sicurezza”. I sindacati, che intanto hanno già inoltrato una nota congiunta ai sindaci delle città che ospitano le stazioni interessate, annunciano che la conferenza di venerdì mattina è solo il primo passo di un’azione in favore dei lavoratori sul cui capo pende la spada di Damocle del licenziamento.

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