L’occasione è epocale e non va sprecata: su questo la seconda commissione consiliare di Foligno non ha dubbi. Si sta parlando del piano di finanziamento da 72 milioni di euro varato da Legnini in favore delle scuole cittadine, per interventi di miglioramento ed adeguamento sismico e di demolizione e ricostruzione. Una questione portata sul tavolo della commissione dalle forze di centrosinistra e discussa nella seduta di martedì 23 novembre. Un primo confronto, di fatto, per capire quale direzione voglia imboccare la politica, viste le numerose sfaccettature di natura urbanistica, edilizia, educativa e logistica.
Sfaccettature che per i commissari d’opposizione sono piuttosto “possibilità”. Possibilità di rivedere l’assetto anche urbanistico viario della città in funzione, per esempio, dei nuovi edifici scolastici che saranno ricostruiti ex novo e magari delocalizzati in zone diverse. Oppure quella di progettare strutture innovative tenendo conto della Foligno del futuro. “Non dobbiamo accontentarci di mettere solo in sicurezza gli edifici scolastici – ha detto David Fantauzzi del M5s -, serve invece ripensare al sistema formativo della città per i prossimi decenni”. “In aggiunta al finanziamento dal governo – gli ha fatto eco Elia Sigismondi del Pd – l’amministrazione deve essere pronta a fare dei cofinanziamenti e deve pensare anche alla possibilità, a volte funzionale, di cambiare posizione delle nuove scuole che sorgeranno”. “Serve un percorso partecipato che veda al centro lo studente – ha aggiunto Mario Gammarota di Foligno 2030 – e che l’amministrazione deve intraprendere coinvolgendo le scuole e le famiglie”. Analoga la posizione di Rita Barbetti. “Occorre lavorare tenendo conto delle necessità di ogni singola scuola – ha riferito la dem -, auspico che i progettisti possano dialogare con i dirigenti per l’individuazione di interventi ben calibrati”.
E in questo senso, dalle dirigenti scolastiche presenti per in aula è arrivato un secco “coinvolgeteci”. “Personale scolastico e genitori – ha detto Alessia Marini dell’Ic Foligno 5 – sanno cosa serve, vi possiamo aiutare a programmare interventi ad hoc”. La stessa preside ha poi sottolineato come “è importante non delocalizzare le scuole del primo ciclo che invece devono essere vicine a dove abitano i piccoli alunni”. Ad intervenire, con lei, ai lavori della seconda commissione, aperta lo ricordiamo anche alle dirigenti scolastiche, solo Maria Rita Trampetti dell’Istituto professionale “Orfini”, Rosella Neri del liceo classico “Frezzi” e Federica Ferretti dell’Ite “Scarpellini”.
D’accordo con Marini, l’assessore all’istruzione. “Programmeremo una serie di tavoli di co-progettazione per capire le specifiche esigenze di ogni singolo istituto – ha annunciato Paola De Bonis -, lavoreremo per una scuola accogliente ed inclusiva”.
A rispondere agli spunti offerti dall’opposizione, invece, gli assessori ai lavori pubblici e all’urbanistica, rispettivamente Riccardo Meloni e Marco Cesaro. Il primo, parlando di “finanziamento di portata storica”, ha sottolineato come l’amministrazione si farà trovare pronta. “Si valuteranno tutte le ipotesi – ha evidenziato Meloni -, come anche se sia il caso di ricostruire sul posto della demolizione oppure altrove. Dobbiamo però tener conto dei fondi a disposizione – ha evidenziato – oltre i quali non si può andare”. Un vincolo dal quale non si può prescindere, dunque, ragion per cui Cesaro ha parlato della necessità di “sfruttare al meglio le risorse disponibili”. “La questione è ancora al suo stato embrionale – ha poi detto Cesaro – ci vuole tempo per fare tutte le valutazioni e sarà un lavoro di grande responsabilità”.