Dieci borse lavoro in favore di altrettante famiglie del territorio folignate. Sono quelle che la Caritas diocesana si appresta ad erogare grazie al prezioso contributo offerto dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, che ha deciso di sostenere il progetto stanziando un tesoretto da 30mila euro. Soldi, dunque, che verranno utilizzati per aiutare donne e uomini che, a causa del Covid, si sono ritrovati in una situazione di forte difficoltà da un punto di vista lavorativo e di conseguenza economico. “La pandemia – ha commentato il direttore della Caritas folignate, Mauro Masciotti – ci ha fatto toccare con mano nuove forme di povertà: artigiani, ristoratori e lavoratori del mondo della cultura che prima erano presenti all’interno del nostro Centro della carità come volontari e che hanno bussato alla nostra porta per chiedere aiuto”.
Ciascuna borsa lavoro avrà una durata massima di sei mesi, ma l’auspicio del direttore Masciotti è che possano trasformarsi in un’occupazione stabile. Da qui l’appello alle aziende del territorio ad aderire all’iniziativa, inserendo nei loro organici cittadini in difficoltà, con la speranza che gli si possa dare poi continuità una volta concluso il progetto. Inizialmente, comunque, parte dei beneficiari saranno inseriti all’interno degli uffici e dei servizi offerti dalla Caritas che, dopo la pandemia, sta risentendo anche di una carenza di volontari.
“Le borse lavoro – ha commentato il presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno, Umberto Nazzareno Tonti – ci permettono, tramite il Centro di ascolto della Caritas, di prendere atto di situazioni di difficoltà vissute da persone che hanno una ‘professionalità tradizionale’ e che quindi rispondono con difficoltà a quelle competenze trasversali richieste oggi dal mercato. Attraverso questo strumento quindi – ha proseguito Tonti – aiuteremo i cittadini anche a non cadere preda di situazioni di ansia, stress e frustrazioni che le difficoltà economiche possono determinare”.
Come sottolineato da monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Foligno, si tratta però solo di un primo passo che deve spalancare le porte ad un vero e proprio cambio di paradigma, come spiegato ai microfoni di Radio Gente Umbra. “Non è possibile una società concepita soltanto con l’assistenza – ha dichiarato -. Bisogna andare verso una società del lavoro, di un lavoro che sia dignitoso e ben retribuito. Certo – ha proseguito – non è facile, perché tutto il contesto dello sviluppo economico porta in un’altra direzione, ma è l’ora di una grande conversione. C’è bisogno di ripensare l’economia dell’intera umanità con criteri nuovi, con valori nuovi, con attenzione alla sostenibilità soprattutto umana. E questa iniziativa – ha concluso – vuole essere un invito a rimboccarsi le maniche perché il problema sia affrontato a tutti i livelli e sia risolto nella maniera migliore”.