Descrivere l’andamento epidemiologico delle ultime settimane in Umbria e tentare una previsione a breve in termini probabilistici. È quanto intende fare lo studio condotto dal professor Luca Scrucca, docente di statistica del dipartimento di Economia dell’Università di Perugia. Lo stesso che ha pubblicato un articolo per l’Agenzia Umbria ricerche (Aur) che indaga cosa la nostra regione debba aspettarsi nel prossimo futuro sul fronte Covid. Il suo lavoro, in particolare, si basa su un modello statistico e un indice per il monitoraggio tempestivo della pandemia, denominato Covindex e recentemente proposto dallo stesso docente.
Primo focus, quello sull’andamento del tasso di positività, ottenuto, questo, dal rapporto tra i casi positivi ed i corrispondenti tamponi molecolari. A tal proposito, è stato osservato come all’inizio di dicembre la situazione risultasse “nel complesso piuttosto tranquilla, con valori del tasso di positività attorno al 5%”. Durante lo stesso mese, invece, “si è assistito ad un repentino incremento che ha portato a valori medi stimati di circa il 25% alla fine di dicembre, ovvero 5 volte il valore di inizio mese”. Da notare, stando a Scrucca, il “deciso decremento della curva” a partire dai primi giorni del 2022, seppur con “un ritmo inferiore rispetto a quello con cui era cresciuta”.
L’accento viene quindi posto sull’indice di riproducibilità Rt, “uno dei principali indicatori utilizzati ma che presenta diverse problematiche”. Un indice, invece, più adatto, stando a Scrucca, è proprio quello Covindex: più funzionale per il monitoraggio tempestivo della pandemia, perché si basa “sulla variazione settimanale della curva stimata del tasso di positività ed è in grado di restituire uno scenario più aggiornato e affidabile”. Trattandosi poi di un indice basato sulla stima di un modello statistico, c’è la possibilità di fornire previsioni a breve termine accompagnate da intervalli di incertezza. La sua interpretazione è analoga all’indice Rt, con un valore superiore a 1 che indica una pandemia in fase espansiva, inferiore a 1 in fase recessiva e con valori intorno all’unità che corrispondono ad una situazione di stagnazione. “Fino all’inizio di dicembre – osserva Scrucca – il valore stimato ha fluttuato tra 0.8 e 1.2 senza particolari picchi. Successivamente il valore cresce rapidamente fino a toccare il valore di 1.75 nella settimana di Natale, per poi decrescere altrettanto velocemente. Al momento attuale – evidenzia il docente – si attesta intorno a 0.8 e si prevede che rimanga tale nelle prossime settimane”. Insomma, il professore di statistica sottolinea che “a meno di fatti nuovi che intervengano (connessi con la riapertura delle attività lavorative e delle scuole), è ragionevole supporre che la curva dei contagi continui la sua discesa anche nelle prossime settimane”.
In tal senso, lo stesso Scrucca, attraverso le colonne del Corriere dell’Umbria, ha spiegato che “la regione ha raggiunto il picco, e ragionevolmente, sempre che non intervengano cambiamenti come potrebbe essere una nuova variante, si può immaginare che verso fine mese torneremo a valori comparabili a quelli presenti prima dell’avvento di Omicron”.