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Caro carburanti a Foligno, parola ai gestori dei distributori: “Situazione preoccupante”

Pubblicato il 11 Marzo 2022 13:01 - Modificato il 5 Settembre 2023 11:14

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Metano, benzina, diesel. I prezzi dei carburanti sono in continua ascesa in tutta Italia, con rincari più che mai evidenti, partiti già negli scorsi mesi ed ora sospinti anche dalla crisi in Ucraina. Aumenti che, anche a Foligno, colpiscono tutti, consumatori e gestori dei distributori. Tra i quali c’è già chi ha gettato momentaneamente la spugna, tanto i rincari generalizzati hanno colpito duro a livello di spese. È il caso dell’impianto di metano a San Giovanni Profiamma, sul cui cancello di ingresso è comparso proprio in queste ore un cartello di per sé eloquente che recita: “Provvisoriamente chiusi per eccesso di rialzo del gas”. Rialzi che, come detto, mettono in difficoltà sia i consumatori, che li considerano come un nuovo duro colpo dopo mesi di ristrettezze economiche legate alla pandemia, sia gli stessi gestori dei distributori che poche colpe hanno sui prezzi fuori controllo. Ed è proprio per capire il loro punto di vista che Rgunotizie ne ha raccolto le voci.

“La preoccupazione c’è anche per noi – spiega Moreno Proietti di ‘Q8’ in via Fiamenga a Foligno – non so fino a quando questa situazione potrà reggere. Non siamo noi che facciamo i prezzi – prosegue – sono tanti i fattori, e ad ampia scala, che li condizionano”. Il gestore dell’impianto racconta come la preoccupazione fosse fin dall’inizio legata all’eventualità che, con i rincari, il prodotto comprato potesse rimanere invenduto in cisterna. “Fortunatamente invece – racconta – per noi il lavoro non è calato, anzi si registra anche più afflusso, forse perché la gente, temendo ulteriori aumenti dei prezzi, cerca di fare ora il pieno. Il costo del metano per esempio ha raggiunto in generale livelli altissimi – spiega poi Proietti – io fortunatamente per ora riesco a tenerlo su un prezzo accettabile ed è evidente che oggi il cliente mette più attenzione al risparmio”. Metano e non solo, visto che pure benzina e diesel hanno spesso superato la soglia anche psicologica dei due euro al litro. Ad essere colpite, per il gestore dell’impianto, ci sono anche le aziende. “In Italia si muove tutto su ruota – osserva –, abbiamo contato che per le aziende con un parco macchine da 50 a 100 camion la spesa è aumentata tra i 1.000 e 2.500 euro al giorno. Anche i comuni cittadini – aggiunge Proietti – sono preoccupati, e qualcuno si lamenta e se la prende scherzosamente con noi”. E proprio mentre pronuncia queste parole, un cliente che aveva appena fatto rifornimento gli si rivolge ironicamente dicendo: “Ormai bisogna scegliere, se mangiare, scaldarsi o prendere la macchina”. Osservando infine come non sembra essere vicina una stabilizzazione del prezzo dei carburanti e soprattutto il ritorno a quelli di qualche tempo fa, Proietti saluta con un “sarà dura tenere botta”.

E su questo gli fa eco il titolare del distributore “Esso” di Vescia, Luigi Bocci. “La situazione è disastrosa – racconta ai nostri microfoni – perché questi rincari, a volte non del tutto giustificati, vanno pesantemente ad impattare sulle finanze della nostra intera categoria. Il problema – evidenzia Bocci – è che non riusciamo a ricomprare il carburante con quello che si vende e quindi con quel poco che si guadagna. Se questa situazione dovesse continuare c’è il rischio di finire male”. Puntualizzando anche lui come i rincari non dipendano in nessun modo dai gestori delle pompe ma come anzi siano condizionati da logiche di mercato internazionale, Bocci invoca l’intervento dall’alto per abbassare accise ed Iva. “Qualcosa va fatto – dichiara – noi sui prezzi non abbiamo margini di manovra, se mettono quelli, a quelli dobbiamo allinearci”. Anche nel suo impianto in questi giorni non sono mancate le file di auto: “Persone che fanno rifornimento prima di nuovi ipotizzabili aumenti – dice – anche perché se fino ad un mese fa il pieno per una normale vettura costava 70/80 euro, oggi siamo intorno a 100/120 euro”. Bocci parla infine di aumenti costanti in questi ultimi giorni ma anche di come a volte come sia difficile interpretarne l’andamento: “Si ha paura di fare scorta – conclude – perché con quello che si guadagna c’è il rischio di perdere tanto”.

 

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