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Al Museo capitolare diocesano di Foligno omaggio a Dante

Pubblicato il 18 Marzo 2022 09:09 - Modificato il 5 Settembre 2023 11:13

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Il Cineclub A(s)trazioni e il Museo capitolare diocesano di Foligno all’esordio primaverile introducono, in coda alla ricorrenza dantesca che l’anno appena passato ha esaltato in tutta Italia e altrove, tre incontri dedicati alla figura del “Sommo poeta”. Il 2022 rappresenta inoltre per Foligno un anniversario speciale, i 550 anni dall’editio princeps folignate (1472) della Divina Commedia e saranno richiamati con un pianosequenza in tre inquadrature la memoria culturale dantesca in onore di colui che torna sempre e mai sembra dipartito. Gli incontri, saranno preceduti da una visita speciale al Museo capitolare diocesano e seguiti da conversazioni coordinate da Roberto Lazzerini e don Giovanni Zampa.

Domenica 20 marzo 2022 ore 17

La terra vista dall’aldilà: la politica, la religione: un recital di Antonio Piovanelli, attore di teatro e di cinema, da tempo impegnato in esecuzioni di canti danteschi, in Italia e all’estero. Per il settimo centenario della morte di Dante, ha già eseguito incontri teatrali a Brescia e altrove, frutto di una lunga esperienza: infatti presso la Sapienza di Roma, in particolare, ha eseguito performances per una decina d’anni continuativamente al termine di corsi di studio dedicati a Dante. Per l’occasione, il professore Pasquale Stoppelli di questa Università ha predisposto il piano generale del tema e ha curato i testi introduttivi a ciascun canto eseguito. I canti sono: Inferno X (Gli Epicurei, Cavalcante), Inferno XXVII (Guido da Montefeltro), Inferno XXXII (Cocito, La Caina), Inferno XXXIII (Racconto di Ugolino); Purgatorio VI (Apostrofi), Paradiso XI (Elogio di san Francesco) , Paradiso XVII (L’esilio di Dante e la missione di Dante), Paradiso XXXIII (La visione di Dio).

Domenica 10 aprile 2022 ore 17

L’Inferno di Francesco Bertolini, Adolfo Padovan e Giuseppe De Liguoro (Italia 1911., col, s.m. 68’). Capolavoro del cinema muto, restaurato per l’occasione della ricorrenza dalla Cineteca di Bologna. Primo vero colosso del cinema italiano (3 anni di riprese, 150 tra attori e comparse, 100 scene, campagna pubblicitaria senza precedenti), il film è stato a lungo disponibile solo in copie danneggiate o mutile. Grazie al restauro che lo ha restituito alla pienezza, oggi possiamo rivederlo. Come ha scritto Henri Langlois: L’Inferno, con le sue immagini fantastiche, esce totalmente dallo stile dei film europei dell’epoca. La sua bellezza plastica, basata su una cultura visiva evoluta, annuncia già il fantastico delle grandi opere svedesi e tedesche, mostrando così il ruolo giocato, negli anni dieci (del secolo scorso), dal cinema italiano sulle scuole dei Paesi dell’Europa Centrale. Paolo Giri, musicista originale, già direttore della Scuola Comunale di Musica di Foligno, da tempo nostro collaboratore in eventi simili, reinventa dal vivo una nuova colonna musicale.

Domenica 24 aprile 2022 ore 17

Onirica di Lech Majewski (Polonia 2014, col. 99’): un omaggio indiretto all’itinerario dantesco. L’autore non è solo cineasta bensì poeta, pittore, videoartista. Nel suo cinema confluiscono tutte queste esperienze artistiche. Questo film è stato presentato come un omaggio alla Divina Commedia che non è soltanto un pretesto per raccontare altro: poiché, essendo cardine tematico, permette all’artista di esplorare ambiti eterogenei, con la stessa libertà dantesca. In fondo la trama è semplice: Adam, professore universitario, perde in un incidente la compagna Basia e il migliore amico Kamil. Per questo trauma, cade in prostrazione, lascia la sua carriera e si abbandona a stati ipnagogici. La sua vita nova con il commento audio della Divina Commedia è un continuo stato di sogno, con interruzioni nella vita quotidiana, dove una zia virgiliana gli permette richiami teologici e fughe letterarie. Al lutto privato, alla ricerca in stato di sogno della ricongiunzione con la sua Beatrice, si connette quello pubblico (in quei frangenti il presidente polacco morì in un incidente aereo), la cronaca nera polacca si apre alle selve oscure dantesche. Un apparato iconografico straordinario è corredato da citazioni filosofiche e letterarie mai sovrapposte né artificiose ma incorporate nello splendore visivo.

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