“Non spegnete l’Italia, non spegnete il futuro”. È questo lo slogan che scandirà la mobilitazione regionale degli imprenditori contro il caro bollette promossa da Confcommercio Umbria per lunedì 5 settembre. Un’iniziativa di protesta che toccherà le piazze di dodici città umbre, tra cui piazza della Repubblica a Foligno dove non mancherà il presidente della locale sezione di Confcommercio, Aldo Amoni, e che convoglierà l’esasperazione di tanti imprenditori del commercio, turismo e servizi relativamente al rialzo dei costi dell’energia. Imprenditori non solo del terziario, ma di tutti i settori, che, insieme ai cittadini, sono chiamati a manifestare in contemporanea esponendo cartelli e fotocopie con appunto gli aumenti delle bollette. Copie delle bollette che verranno pure bruciate come gesto simbolico. E l’appuntamento nelle piazze del Cuore verde d’Italia per il falò simbolico è alle 11, mentre, alle 11.30, il presidente di Confcommercio Umbria, Giorgio Mencaroni, spiegherà da Perugia, in una conferenza stampa nella Sala Fiume di Palazzo Donini, le conseguenze del caro energia sull’economia, con collegamenti dalle varie piazze e testimonianze degli imprenditori. Ma la protesta non si esaurisce qui, piuttosto proseguirà con lo spegnimento delle luci delle vetrine e delle insegne nelle ore notturne, dalle 20 di lunedì 5 fino a venerdì 9 settembre.
“La crescita inarrestabile del costo dell’energia che si sta abbattendo sulle imprese del terziario di mercato e dei servizi, con aumenti delle bollette e dei costi di gestione non più sostenibili – sottolinea lo stesso Mencaroni – mette seriamente a rischio la prosecuzione dell’attività di tantissime nostre imprese nei prossimi mesi, con ripercussioni a catena sull’occupazione”. Le conseguenze, per il numero uno di Confcommercio Umbria, non sono soltanto economiche, ma pure sociali, in considerazione dell’inflazione. “La crisi energetica sta bloccando comparti strategici per la crescita, la competitività e il futuro dell’Italia e dell’Europa – sottolinea poi -. Stiamo uscendo a fatica dalla pandemia per imboccare un tunnel quasi peggiore”. Da qui la mobilitazione, con cui, stando sempre a Mencaroni, si vuole ribadire l’urgenza di intervenire, “perché – conclude – la prossima bolletta di luce e gas sarà, per tante imprese, lo spartiacque tra continuare a tenere aperto o chiudere”.