Un falò simbolico con copie di bollette bruciate per dire “no” al caro energia. Anche a Foligno, così come in diverse piazze della regione, imprese a famiglie hanno risposto all’appello di Confcommercio Umbria e sono scese in piazza per protestare. Capitanati dal numero uno dell’associazione locale, Aldo Amoni, in diversi si sono infatti dati appuntamento all’ombra del Torrino per denunciare un aumento dei costi non più sostenibile per molti. Basti pensare, per esempio, a quanto raccontatoci da alcuni commercianti presenti in piazza della Repubblica.
“È finita – ci gira poco intorno Dante Mandoloni di Tardioli Pesca -, dopo sessant’anni di servizio siamo costretti a chiudere la nostra attività per colpa di questi rincari. Speravamo di spegnere le sessanta candeline festeggiando e invece lo faremo abbassando la saracinesca. In aggiunta alle sempre presenti ed alte tasse come Imu e Tari e sulla scia dei colpi inferti dal Covid – continua l’esercente –, l’aumento del costo dell’energia è stato il colpo di grazia. A luglio dello scorso anno avevamo pagato 587 euro di luce – prosegue – quest’anno 1.373, non vale più la pena”.
Allo sconforto si aggiunge la rabbia. “Quest’anno ho trovato in bolletta un aumento di quasi il 200% – spiega Francesco Martellini del ristorante Il Cavaliere – e la situazione è più o meno uguale per tutto il comparto, conosco ristoratori ai quali è arrivata una bolletta con rincari anche del 400%. A questo – prosegue – si aggiunge il problema dell’aumento dell’intero indotto con i prezzi che salgono inevitabilmente anche per le famiglie, ugualmente alle prese con bollette di casa altissime”. Per Martellini, dietro ai rincari “ci sono anche delle speculazioni, questa situazione – conclude – deve essere risolta”. E tra i presenti in piazza per il settore della ristorazione c’era anche chi esponeva le stesse bollette: in una era riportato un aumento del costo della luce di oltre 10mila euro rispetto allo scorso anno. In un’altra la cifra parlava da sola: più di 30mila euro di energia elettrica con grande distacco rispetto al 2021.
E tra le bollette che poi sarebbero state bruciate nel falò, c’erano quella di un albergatore, con la luce passata in un anno da 5mila a 10mila euro, e quella di un’attività di vendita di mobili, con un aumento da 3mila a 10mila euro. E c’erano anche esercenti di fuori città. “Le bollette in certi casi sono anche quintuplicate – racconta Marco Materazzi che gestisce un piccolo negozio di alimentari a Nocera Umbra -, noi a luglio ci siamo trovati a pagare oltre 1.600 euro rispetto ai 500 dello scorso anno e, in vista delle previsioni della fattura di agosto, siamo terrorizzati e temiamo di dover chiudere. È ora di finirla – conclude –, lo Stato sia Stato, qui non si vive più e noi siamo pronti a protestare”.
Come detto, in piazza c’era anche il presidente di Confcommercio Foligno, Aldo Amoni, con la sua bolletta di casa, “passata – ci ha spiegato – dai 104 euro del 2021 ai 389 di oggi”. “Dobbiamo assolutamente fare qualcosa per famiglie ed imprese che rischiano di chiudere – evidenzia Amoni -. È un problema che non risparmia nessuno e che ha risvolti anche sociali se si pensa a disoccupazione e cassa integrazione – aggiunge il presidente -, è peggio della crisi che abbiamo vissuto con la pandemia. Lo Stato – dice poi – ci sta prendendo in giro perché con l’Eni ha fatto un utile di 20 miliardi di euro, nel mentre che, come Confcommercio, abbiamo stimato che sono 50mila le imprese del terziario che rischiano di chiudere in Italia”. Sempre a sentire Amoni, la situazione anche a Foligno è problematica e i rincari in bolletta pesano, tra gli altri, su bar e ristoranti.