Dopo quattro settimane consecutive di curva in calo, i contagi Covid in Italia fanno registrare un modesto aumento. Lo dice il consueto monitoraggio della Fondazione Gimbe che, nel periodo dal 14 al 20 settembre, ne ha rilevati 120.057 rispetto ai 107.876 della settimana precedente, su dell’11,3%. Scendono invece i decessi del 12,8% (da 383 a 334, di cui 29 riferiti a periodi precedenti), i ricoveri ordinari del 9,6% (da 3.868 a 3.495) e quelli in terapia intensiva dell’8% (da 163 a 150). Calano contestualmente i nuovi vaccinati del 34,2% e, sempre in materia di somministrazioni, resta sostanzialmente stabile il numero di coloro che hanno completato il ciclo, ossia l’86,7% della platea.
“I dati indicano segnali di ripresa della circolazione virale da monitorare con attenzione nelle prossime settimane – evidenzia l’Istituto presieduto da Nino Cartabellotta -, vista la concomitanza di vari fattori che possono determinare un aumento dei casi di imprevedibile entità”. Fattori tra cui Gimbe individua la riapertura delle scuole, la maggior frequentazione dei luoghi chiusi con l’arrivo dei primi freddi e la decadenza dal 30 settembre dell’obbligo di indossare la mascherina sui mezzi pubblici.
Guardando all’Umbria, si inserisce in quel gruppo di regioni nelle quali Gimbe rileva un incremento dei contagi. Gli attualmente positivi per 100mila abitanti sono infatti 362, in salita del 22%. Numeri in aumento che riguardano, nel dettaglio, anche le due province, entrambe tra le settanta italiane con segno “più”. In particolare, i nuovi casi per 100mila abitanti contati a Perugia sono 281, in salita del 26,4%, e a Terni 269, su del 7,1%. Scende, invece, il tasso di occupazione in area medica che, per diverse settimane, aveva conferito all’Umbria la maglia nera su scala nazionale. I ricoveri ordinari sono infatti al 16,5% (la settimana prima al 18,9%), ma il dato non fa comunque sorridere troppo perché solo una regione fa peggio: ossia la Valle D’Aosta con un 19,4%. Terapie intensive occupate invece all’1,2%, rispetto alla media nazionale dell’1,6%. Cuore verde d’Italia sempre al dodicesimo posto per ciò che concerne poi il tasso di copertura vaccinale con quarte dosi: a quota 13%, di contro alla media italiana del 16,6%.