“Ho avvertito l’esigenza, condivisa con la maggioranza dei miei colleghi, di riportare alcune precisazioni rispetto a quanto pubblicato”. Comincia così la nota con cui il direttore della farmacia comunale di Colfiorito, Marco Cellanetti, prende le distanze dalle recenti dichiarazioni di Filcams Cgil di Perugia e Fisascat Cisl dell’Umbria in merito ad alcune criticità lavorative nelle farmacie comunali folignati gestite da Afam. “In primo luogo – si legge nella nota firmata da Cellanetti – è nostra premura rimarcare fortemente che le suddette sigle sindacali non rappresentano la totalità dei dipendenti, pertanto non è ascrivibile a tutti i dipendenti la responsabilità della veridicità delle affermazioni riportate”. Ammettendo poi come sia “innegabile che, in un contesto nazionale che ha visto la spesa farmaceutica ridursi negli anni, le farmacie abbiano dovuto assolvere carichi di lavoro crescenti a fronte di una minore remunerazione degli stessi” e come “nei due anni di pandemia le stesse farmacie, senza interruzioni di servizio, si siano dovute anche adattare ad essere la prima linea del Servizio sanitario” con inevitabile “stanchezza e fatica per tutti i dipendenti”, Cellanetti rispedisce comunque al mittente le accuse rivolte all’azienda. “Non corrisponde a verità – dice – descriverci come attori di un ‘rivoltoso’ ambiente lavorativo, in cui sono all’ordine del giorno ‘vessazioni’ o ‘comportamenti ostili’ del Cda nei confronti dei dipendenti”. Il direttore della farmacia comunale Afam 4 evidenzia inoltre come “l’organo di governo aziendale abbia dovuto affrontare in questi ultimi anni difficoltà non sempre prevedibili, cercando comunque di esaudire le richieste dei lavoratori, tutelando il bilancio aziendale e rispettando costantemente tutte le normative del settore”. Tutti i dipendenti Afam, come rimarcato da Cellanetti, “sono professionisti che lavorano con il massimo impegno e al massimo delle capacità”. Ed è per questo, si legge ancora nella nota, “che si vuole prendere le distanze da chi mira a strumentalizzare le difficoltà che fisiologicamente sorgono in ogni contesto lavorativo”. “Sempre utile”, per Cellanetti, un confronto costruttivo tra sigle sindacali e Cda aziendale quando però ha il fine di migliorare le condizioni lavorative dei dipendenti, “ma di certo – aggiunge – non può svolgersi con queste modalità né utilizzando questi toni che creano muri laddove andrebbero costruiti ponti”. Il direttore si sofferma poi sulla mancanza di contrattazione di secondo livello (una delle criticità denunciate dai sindacati, ndr): “È una problematica storica – sottolinea – non essendo la stessa mai stata sviluppata ed applicata in Afam, e non imputabile quindi esclusivamente all’attuale Cda”. Cellanetti, insieme ad altri suoi colleghi dipendenti Afam, chiede dunque che vengano smorzati i toni. “Intorno alla nostra azienda – conclude a tal proposito – si è creato un clamore mediatico ingiustificato e carico di tensione che non aiuta al corretto svolgimento delle nostre funzioni nei confronti dei cittadini che ci onorano ogni giorno riponendo in noi la loro fiducia e la loro salute”.
Dichiarazioni, quelle di Cellanetti, arrivate sulla scia del botta e risposta degli scorsi giorni proprio tra sindacati e consiglio di amministrazione Afam, che aveva prontamente replicato alle accuse mosse appunto da Cgil e Cisl. Un tema, di fatto, tutt’altro che esaurito. Tanto che se ne riparlerà giovedì 23 febbraio a Foligno, quando è stata convocata una seduta ad hoc della prima commissione consiliare. Una riunione, quella coordinata da Daniela Flagiello, alla quale sono stati invitati, tra gli altri, proprio rappresentanze sindacali e Cda della partecipata.