Riconosciuto il danno erariale di 40mila euro chiesto dalla Procura contabile della Corte dei conti ai sette amministratori pubblici dell’area di centrodestra che, nell’agosto del 2019, in nome dello “spoil system” avevano votato a favore della revoca del Cda della Vus – allora composto da Lamberto Dolci e Daniela Riganelli -, che si era insediato solo un anno prima. Con sentenza numero 60 la Corte dei conti – alla quale aveva presentato un esposto Stefania Filipponi di Impegno civile -ha così accolto parzialmente la richiesta, riconoscendone la colpa grave ma non il dolo. Condannati, dunque, Attilio Gubbiotti (sindaco di Sellano), Giuliano Boccanera (vice sindaco di Norcia), Enrico Valentini (sindaco di Gualdo Cattaneo), Elisa Sabbatini (sindaco di Castel Ritaldi), Manuel Petruccioli (sindaco di Giano dell’Umbria) e Giovanni Bontempi (sindaco di Nocera Umbra) al pagamento di quasi 3mila euro ciascuno, mentre per il sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini, il risarcimento nei confronti di Vus ammonta a 20mila euro, in virtù del suo ruolo di dominus nella vicenda.
Era stato, infatti, il Comune di Foligno – con la nuova maggioranza politica eletta nello stesso 2019 – che, con delibera 326, aveva spiegato come fosse “venuto meno il rapporto di fiducia” tra l’amministrazione comunale e gli organi di Vus che non risultavano più “espressione dell’indirizzo politico”. La questione era stata quindi portata sul tavolo dell’assemblea dei soci della Valle Umbra Servizi, che però si era spaccata in due. Da un lato chi, come il Comune di Foligno, sosteneva l’elemento del carattere fiduciario, dall’altro invece chi chiedeva, in virtù del lavoro svolto dal Cda e degli obiettivi raggiunti, di non interromperne l’attività. A sollevare dubbi sulla legittimità della proposta, effettuata sulla base di una valutazione esclusivamente politica, era stato anche il Collegio sindacale di Vus. Parere che, però, non aveva inciso sul voto finale dell’assemblea che, con deliberazione del 21 agosto 2019, aveva revocato a maggioranza i vertici Vus. Ad esprimere la loro contrarietà, uscendo dall’aula al momento del voto, erano stati i Comuni i Bevagna, Campello sul Clitunno, Cascia, Scheggino, Spello e Valtopina. Si era, invece, astenuto il sindaco di Montefalco, Luigi Titta. Anche lui tra gli amministratori convenuti in giudizio, ma per il quale la Corte dei conti, proprio in virtù dell’astensione, non ne ha ravvisato la responsabilità amministrativa. Alcuni dei soci contrari alla revoca – tra cui il Comune di Spoleto -, inoltre, si erano rivolti alla presidenza del Consiglio dei ministri e alla Sezione di controllo della Corte dei conti per l’Umbria, ricevendo in risposta, in entrambi i casi, pareri di perplessità sulla legittimità della revoca.
Da parte loro, gli ex membri del Cda di Vus nel 2020, ritenendosi danneggiati dalla revoca, avevano proposto una risoluzione bonaria della controversia, dicendosi pronti in caso contrario all’instaurazione di un contenzioso giudiziario. Ne era scaturito un verbale di conciliazione con il quale Valle Umbra Servizi aveva riconosciuto in favore degli ex amministratori un “risarcimento” di 36mila euro.
La quantificazione del danno erariale riconosciuto dalla Corte dei conti con la sentenza emessa corrisponde, dunque, alla somma versata dalla stessa Vus a Dolci e Riganelli, a cui si aggiungono altri 4mila euro relativi alle spese di assistenza tecnica sostenute dalla stessa società. Per la Corte dei conti, dunque, “la condotta dei sindaci-soci che hanno espresso voto favorevole alla revoca del Cda appare connotata da estrema gravità ed antigiuridicità” determinandone dunque il danno. Resta ora da capire se le difese dei sette amministratori coinvolti nella vicenda ricorreranno in appello.