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Radioterapia e chirurgia in un unico intervento: la Fondazione Carifol a sostegno dell’ospedale

L'ente di palazzo Cattani ha provveduto a donare il nuovo software per l'acceleratore lineare utile a combattere alcuni tipi di tumori, garantendo importanti benefici ai pazienti ma anche al personale sanitario

Pubblicato il 22 Maggio 2024 11:49 - Modificato il 22 Maggio 2024 19:15

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Intervenire chirurgicamente per l’asportazione del tumore ed al contempo effettuare la radioterapia. È la tecnica alla base della radioterapia intraoperatoria effettuata attraverso l’acceleratore lineare di cui dispone l’ospedale di Foligno e per il quale si è reso necessario un aggiornamento del software che consente di ricorrere a questa metodologia. Un aggiornamento reso possibile dalla donazione della Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno che, con quest’operazione, ha ulteriormente consolidato la sinergia con l’Usl Umbria 2, come sottolineato dalla presidente dell’Ente di palazzo Cattani, Monica Sassi, con l’obiettivo dichiarato di “concorrere ad offrire all’utenza di servizi sempre più efficienti”. In questo caso, alle donne che necessitano di un trattamento radioterapia nel corso di un intervento chirurgico al seno.

“Questo aggiornamento tecnologico – commenta il dottor Gianfranco Lolli, responsabile della Breast Unit del ‘San Giovanni Battista’ – permette, in casi selezionati di patologia mammaria, di effettuare un trattamento completo in un’unica seduta intraoperatoria, consentendo così di evitare il trattamento standard di 25 sedute”. In questo modo si riducono, così come sottolineato da Lolli, “i trasferimenti verso le strutture di radioterapia da parte dei pazienti per lunghi periodi” ma anche “le liste di attesa per i trattamenti standard”. “Inoltre – prosegue – questo trattamento per alcune patologie oncologiche addominali, come i sarcomi, ha notevoli vantaggi a livello terapeutico e scarsa tossicità per i tessuti sani”. “La radioterapia intraoperatoria (Iort) – gli fa eco il radioterapista Fabrizio Fusconi – è una metodica che permette di eseguire la radioterapia durante l’intervento chirurgico di asportazione del carcinoma mammario in un’unica seduta (contro le 20-30 sedute canoniche distribuite in 4-6 settimane) con indubbi vantaggi e benefici per le nostre pazienti”. “L’aggiornamento dell’acceleratore lineare Liac (Light Intraoperative ACcelerator) Hwl (High Work Load), rispetto alla precedente versione – aggiunge Massimiliano Paolucci, responsabile del servizio di Fisica medica dell’Usl Umbria 2 – comprende l’applicazione di una schermatura interna che riduce al minimo la radiazione durante l’esposizione, con una conseguente diminuzione dell’impatto sul personale di sala operatoria, in termini di rischio da radiazioni ionizzanti, mantenendo inalterata l’efficacia del trattamento radioterapico. L’apparecchiatura – conclude – prevedendo un flusso operativo semplificato, permetterà di eseguire un numero di trattamenti superiori, riducendo significativamente i tempi di ogni singola procedura e garantendo inoltre la piena rispondenza alle normative vigenti in materia di radioprotezione del paziente”. Numeri alla mano, lo scorso anno la Breast Unit dell’ospedale folignate ha eseguito il trattamento di oltre 250 primi casi di tumore mammario, “confermandosi – fanno sapere dall’Usl Umbria 2 – centro di eccellenza regionale e polo di area vasta”.

Grande soddisfazione, dunque, per i vertici dell’azienda sanitaria locale e dell’ospedale di Foligno: il direttore generale facente funzioni, Piero Carsili, il direttore sanitario dell’Usl 2, Nando Scarpello, e la direttrice del “San Giovanni Battista”, Orietta Rossi hanno, infatti, apostrofato come “preziosa e utile” la donazione della Fondazione Carifol. Fondazione impegnata anche per dare forza al progetto di integrazione tra l’ospedale, le cure domiciliari e la medicina territoriale attraverso il finanziamento al servizio di telemedicina e al supporto della sanità territoriale e delle associazioni del terzo settore impegnate nei servizi di prossimità. “Continueremo a lavorare a stretto contatto con l’ospedale di Foligno e con l’Usl Umbria 2 – ha assicurato a questo proposito Monica Sassi – al fine di identificare e realizzare ulteriori progetti e iniziative volte a potenziare l’offerta sanitaria di qualità e confermando l’assoluta ricerca nel migliorare l’offerta e l’efficacia nell’erogazione delle prestazioni sanitarie in favore degli utenti”.

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