È continua la mobilitazione contro l’eolico “Monte Burano”. L’impianto, che dovrebbe sorgere sulla montagna di Foligno, in queste ultime settimane è al centro di un acceso dibattito. Discussione che ovviamente sta interessando anche gli altri progetti che punterebbero alla realizazzione – tra Trevi e Nocera Umbra – di almeno 7 impianti eolici con pale di 180-200 metri. Quello di “Monte Burano”, però, prevedeva delle scadenze imminenti relativamente alle osservazioni da presentare al Mase, il ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica. Dopo la richiesta di un’inchiesta pubblica da parte del consiglio comunale di Foligno e la presentazione delle osservazioni della Pro Foligno, entro la scadenza dello scorso 3 agosto a prendere iniziativa è stata anche Legambiente. Il circolo Foligno e Valli del Topino, definendo la “Via (Valutazione d’impatto ambientale, ndr) carente di molti dati”, ha dunque inviato al Mase le proprie osservazioni. Pur dicendosi favorevole alle energie rinnovabili per raggiungere gli obiettivi di neutralità climatica, “le rinnovabili – dicono da Legambiente – non possono essere esentate da una attenta valutazione di impatto ambientale”. “Prima di tutto – dice Marco Novelli, presidente Legambiente Foligno – è necessario chela Regione Umbria stabilisca una volta per tutte le aree idonee alle rinnovabili”. Per quanto riguarda l’impianto “Monte Burano”, invece, le osservazioni dell’associazione ambientalista folignate hanno toccato quattro mancanze nella Valutazione d’impatto ambientale. All’interno della Via mancherebbe uno studio dei venti locali fatto per almeno un anno e non stimato, così come il rilevamento dei dati relativi all’avifauna e ai chirotteri. Per Legambiente, non sarebbe nemmeno stato effettuato in maniera esaustiva il bilancio della CO2, insieme a una mancanza di progetti di fattibilità in merito alle misure di mitigazione e compensazione.
“In conclusione” sottolinea Daniela Riganelli, che ha coordinato il gruppo di lavoro di Legambiente “La Via risulta descrittiva e qualitativa piuttosto che supportata da dati rilevati nel territorio e questo comporta necessariamente anche un monitoraggio ambientale non sufficientemente dettagliato in quanto risente della carenza dei dati di rilevamento che sono fondamentali per poi attivare azioni di controllo puntuali”.
Nel frattempo il comitato “Un’altra idea per l’Appennino” chiama in questione il sindaco di Nocera Umbra, Virginio Caparvi. Per il Comitato, è arrivato il momento che il sindaco comunichi alla cittadinanza il suo parere favorevole o contrario agli impianti eolici che interesseranno anche il territorio nocerino. “Ad oggi risultano presentati ben 4 progetti più un altro che, oramai con certezza – scrivono dal Comitato -, sta per arrivare e interesserà l’area Bagnara-Casebasse”.