“Non c’è più attenzione alla salute mentale”. A lanciare l’allarme è l’associazione “Liberi di essere” che rende nota la situazione che sta coinvolgendo psicologi-psicoterapeuti e pazienti del territorio dell’Usl Umbria 2. “La Regione Umbria – fanno sapere dal sodalizio guidato da Rosa Bisogni – nel 2023 ha siglato un accordo sindacale per procedere alla stabilizzazione del personale precario che opera da anni all’interno delle quattro aziende sanitarie regionali e che ha permesso l’assunzione in ruolo di molti professionisti con diverse competenze e specializzazioni. Anche per quanto riguarda gli psicologi-psicoterapeuti, l’Azienda ospedaliera di Perugia e quella di Terni e l’Usl Umbria 1 hanno provveduto e stanno provvedendo alla stabilizzazione di questa figura professionale, mentre l’Usl Umbria 2 non sembra adoperarsi per la sua stabilizzazione. Il risultato – proseguono – è che molti pazienti si troveranno a dover interrompere percorsi di cura, sostegno e trattamenti psicoterapeutici”. Questo perché, sottolineano sempre dall’associazione, il personale altamente specializzato che opera da anni nei servizi dell’Usl Umbria 2 si vedrà costretto ad accettare il contratto offerto dall’Usl Umbria 1.
Quella dello psicologo-psicoterapeuta è una figura professionale estremamente importante, della quale numerosi pazienti potrebbero rimanere sprovvisti. “Nessuno sembra pensare ai pazienti – dicono dall’associazione -, le persone in carico che rischiano di interrompere il loro percorso psicologico o psicoterapeutico saranno circa 350, oltre ai familiari con interventi psicologici attivati secondo le specifiche situazioni seguiti in tutto il territorio dell’Usl Umbria 2”. Nel dettaglio, secondo quanto specificato, nel distretto di Terni a partire da fine ottobre mancheranno professionisti dedicati e specifici per il Disturbo da gioco d’azzardo, mentre a Foligno, Terni e Narni lo sportello giovani 2.0 (dedicato ai giovani in difficoltà al fine di intercettare precocemente i disagi adolescenziali perché non si cronicizzino in disturbi psichiatrici o in dipendenze patologiche) subirà un’ampia riduzione del personale altamente formato e l’interruzione di tutti gli interventi di psicoterapia. “E i nostri ragazzi – incalzano dall’associazione – chi li protegge da tale politica? Ma i direttori aziendali e regionali sanno cosa rappresenta per loro un’interruzione psicoterapeutica, cosa significa perdere un punto di riferimento così importante? Tutto questo nonostante i sempre più allarmanti dati in merito alla fragilità dei giovani”.
L’accordo di stabilizzazione del personale, ribadisce che debba essere la Regione a delinearne la cornice di attivazione. Su questo fronte, viene sottolineato nella nota di “Liberi di essere”, “l’Azienda Usl Umbria 1, le Aziende ospedaliere di Perugia e Terni hanno inteso l’accordo interpretandolo in unico modo, mentre la Usl Umbria 2 sembrerebbe intenderlo in modo differente. Si sta permettendo in questa regione che una singola Usl proceda in autonomia eliminando personale altamente formato in anni di precariato. Non c’è più attenzione alla salute mentale, bene prezioso e il motore della vita e del benessere individuale e di tutta la comunità”. Dall’associazione ricordano, infine, che il benessere psicologico con percorsi di sostegno e psicoterapia è definito nei Lea (Livelli essenziali di assistenza) “ma la Usl Umbria 2 non sembra mettere l’attenzione su questi aspetti nonostante sia suo dovere farlo. Chiediamo quindi – concludono – all’Azienda sanitaria di prendere in seria considerazione tale situazione e di adoperarsi al meglio per risolverla, ed alla Regione di intervenire a tutela della popolazione tutta”.