Si è svolto nel pomeriggio di lunedì nella sede municipale di Foligno un confronto approfondito fra la Regione Umbria, il Comune di Foligno e la Quadrilatero Spa. Vi hanno partecipato l’assessore regionale alle Infrastrutture e Trasporti Enrico Melasecche e il sindaco Stefano Zuccarini, che hanno proposto la riunione all’ingegner Eutimio Mucilli, amministratore delegato di Quadrilatero. Presenti inoltre alcuni assessori comunali e tecnici apicali degli Enti.
All’ordine del giorno lo stato dell’arte per la realizzazione dello svincolo di Scopoli e della Variante Sud di Foligno, due opere fondamentali per la Città della Quintana che risalgono ai tempi della “Legge Obiettivo” e che solo dalla recente collaborazione fra l’Assessorato regionale alle Infrastrutture e il Sindaco Zuccarini con ANAS e Quadrilatero Spa hanno avuto una svolta significativa.
Ricorda l’assessore Melasecche: “Lo svincolo di Scopoli, come ampiamente noto, era cinque anni fa un’opera il cui progetto era stato bocciato dal Ministero della Cultura senza alcuna speranza di recupero. Le dichiarazioni di dieci anni prima da parte dell’allora assessore regionale della Giunta Lorenzetti della imminente apertura del cantiere suonano ancora beffarde, considerato tutto quanto è poi accaduto”.
“Sostenuta però l’opera dalla popolazione della valle, in particolare dal comitato particolarmente attivo presieduto dall’avvocato Alessio Fiacco, quell’obiettivo – prosegue l’assessore – è stato quattro anni fa ripreso in mano dalla Regione e dal Comune che hanno ricominciato a tessere la tela di una possibile rivisitazione del progetto in relazione alla necessità primaria della popolazione che chiedeva di poter raggiungere in tempi certi e veloci l’abitato di Foligno anche per motivi sanitari”.
“Mai l’impegno è stato ripagato con altrettanta attenzione da parte di tutti gli attori della vicenda – sottolinea -, considerato che dopo varie peripezie, incontri e una copiosa corrispondenza la procedura è ripartita in positivo fino a giungere alla conclusione negativa delle indagini archeologiche e della BOB, bonifica ordigni bellici, per cui appena il Provveditorato Opere Pubbliche interregionale darà il suo parere la pratica verrà inviata al Ministero delle Infrastrutture per l’indizione della Conferenza di servizi e il finanziamento della somma ulteriore di 17 milioni rispetto ai 17 milioni già da oggi disponibili per la predisposizione del progetto esecutivo e l’indizione della gara entro il 2025, con l’inizio dei lavori entro l’estate del 2026”.
Quanto alla Variante Sud,sono partite le comunicazioni agli espropriandi per procedere con le indagini archeologiche e la bonifica degli ordigni bellici che inizieranno entro pochi giorni. La successiva comunicazione della Soprintendenza, in caso negativo rispetto a possibili ritrovamenti, vedrà l’inizio della progettazione definitiva. Un cronoprogramma di massima prevede l’approvazione della Valutazione Integrata Ambientale entro il 2026 e l’inizio dei lavori nel settembre 2027. Rispetto alla disponibilità di 26 milioni, occorre che il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti integri con 51 milioni i 77 milioni di euro necessari.
“C’è stato un confronto ampio e collaborativo – riferisce l’assessore Melasecche – fra la Regione, i tecnici della Quadrilatero con il Sindaco, gli assessori ed i tecnici comunali nell’approfondire le varie richieste per venire incontro alle esigenze del territorio in modo da realizzare una struttura di alta qualità”.
Per entrambe le opere è stato ribadito l’interesse prioritario della Regione e del Comune affinché, con la massima collaborazione con la Quadrilatero Spa, definiti ormai gli obiettivi di dettaglio, si proceda con la massima celerità possibile.
Ampia soddisfazione viene espressa da parte dell’assessore regionale Melasecche e del sindaco di Foligno Zuccarini, insieme al ringraziamento nei confronti di tutti i presenti e del ministro Salvini “per due opere che oggi, grazie alla volontà, alla determinazione di Regione e Comune di Foligno, vedranno nuovi ingenti investimenti per 101 milioni di euro affluire in Umbria per opere classificate come di interesse nazionale, ma fino alla fine del decennio precedente praticamente abbandonate a se stesse”.