Potrebbe essere arrivato ad una svolta il caso del muratore di 56 anni ucciso a Foligno all’alba di giovedì. A ferire mortalmente con diverse coltellate all’addome e agli arti Salvatore Postiglione provocandone la morte probabilmente per emorragia, infatti, potrebbe essere stato un minorenne. L’anticipazione arriva dalle colonne del Corriere dell’Umbria, che nell’edizione di domenica mattina riporta la notizia in un articolo a firma di Alessandro Antonini, Chiara Fabrizi e Giulia Silvestri.
Dietro l’efferato omicidio di via La Louviere, dunque, potrebbe esserci un giovane non ancora maggiorenne, ma l’ambito in cui sarebbe maturato il delitto rimarrebbe sempre quello lavorativo. Sempre il quotidiano umbro, infatti, parla di un ragazzo classe 2006, ex dipendente della ditta in cui lavorava la vittima. E forse un licenziamento – questa una delle ipotesi – potrebbe aver inasprito i rapporti tra i due, fino al tragico epilogo di giovedì mattina. La svolta sarebbe arrivata dalle telecamere. Quelle, cioè, che avrebbero ripreso l’intero delitto ma che, data la lontananza e complice anche la fitta nebbia di giovedì mattina, avevano reso difficile dare un volto all’omicida. Almeno inizialmente.
Al momento, però, si tratta solo di indiscrezioni, mentre dalla Procura di Spoleto diretta da Claudio Cicchella, che attraverso il procuratore aggiunto Vincenzo Ferrigno sta coordinando le indagini del commissariato di Foligno diretto da Adriano Felici e della Squadra mobile di Perugia con a capo Maria Assunta Ghizzoni, resta il massimo riserbo. Indagini che vanno avanti senza sosta dalla mattinata di giovedì, dopo che due donne di un’impresa di pulizia avevano trovato il 56enne campano ma da anni residente a Foligno agonizzante a bordo strada lungo via La Louviere, a pochi metri dalla macchina con cui aveva raggiunto il parcheggio. Macchina che aveva ancora il motore acceso e lo sportello anteriore del passeggero aperto.
Mentre disseminati tra la vettura e la vittima erano stati ritrovati vari oggetti personali: da una scarpa a un paio di occhiali, dal borsello della vittima contenente del denaro – elemento questo che ha contribuito ad escludere la pista della rapina – a un cappello. Tutti repertati dalla scientifica, che ha proceduto ai rilievi di rito, compresi quelli all’interno dell’auto, riconducibile alla ditta per la quale Salvatore Postiglione lavorava. Così come è stato sequestrato il telefono della vittima, dal quale potrebbero arrivare utili elementi. Sentite anche diverse persone, alcune anche più volte. Tutte, però, come persone informate sui fatti mentre il registro degli indagati restava senza nomi e il fascicolo aperto contro ignoti.
Intanto per martedì è fissata l’autopsia sul corpo della vittima che, lo ricordiamo, era morta dopo aver raggiunto l’ospedale cittadino. La famiglia, assistita dagli avvocati Lucrezia e Alberto Maria Onori, hanno nominato come consulente di parte il medico legale Sergio Scalise Pantuso, mentre l’incarico di effettuare l’esame autoptico dovrebbe essere andato ad Eleonora Mezzetti. Per la giornata di lunedì, invece, sarebbe prevista una Tac.