Anche in Umbria via ai saldi invernali. Come in tutta Italia – salvo rare eccezioni – sabato 4 gennaio sono attesi gli sconti stagionali da parte dei commercianti, dopo un periodo natalizio non roprio idilliaco sul fronte degli affari per i commercianti di tutto il Paese. È così, dunque, che gli esercenti vedono nei saldi invernali un modo per dare respiro alle proprie attività. Secondo le stime dell’Ufficio Studi Confcommercio, ogni persona spenderà circa 138 euro, mentre la media della spesa familiare per questi saldi sarà di 307 euro, per un giro di affari totale di 4,9 miliardi di euro. Nonostante la mole di traffico pecuniario non sia affatto banale né da trascurare, non mancano le criticità legate all’inizio, forse eccessivamente anticipato, rispetto a quello che potrebbe essere il il posto naturale durante l’anno dei saldi invernali.
“La data d’inizio quest’anno è ancora più a ridosso delle festività e non aiuta né le imprese né i consumatori che hanno appena sostenuto le spese di Natale e Capodanno – commenta Carlo Petrini, presidente Federmoda Umbria Confcommercio -. I due giorni festivi del 5 e del 6 gennaio rischiano inoltre di distrarre i consumatori verso altre attività e di far partire i saldi un po’ in sordina. Per questi motivi al momento nei confronti dei saldi nutriamo un cauto ottimismo. Questa modalità di vendita deve essere rivista in considerazione dei tanti cambiamenti del mercato e dei nuovi comportamenti d’acquisto”.
Periodo natalizio e arrivo dei saldi che, infatti, non hanno reso felici i commercianti, che a Foligno non sono stati premiati dallo shopping che il Natale si porta dietro, attraversando un periodo di scarse vendite, e che soprattutto non vedono di buon occhio un inizio così vicino alle feste dei saldi, ritenendo il 4 gennaio troppo presto per il loro inizio, come sostenuto anche dal presidente di Federmoda Umbria.
“Natale è stato un dramma – ha commentato un commerciante di piazza della Repubblica – ora non possiamo far altro che sperare che i saldi diano una raddrizzata alla situazione, ma non mancano criticità anche lì: iniziano troppo presto e, al contempo, il mancato arrivo definitivo del freddo mette in difficoltà chi lavora nel settore dell’abbigliamento”.
Non manca anche chi critica integralmente la concezione attuale dei saldi, sostenendo la loro impraticabilità per i commercianti tradizionali, che differentemente dai centri commerciali non riescono spesso a stare al passo.
“A mio modo di vedere – ha voluto sottolineare una commerciante di via Rutili – l’idea dei saldi di fine stagione, che nella realtà dei fatti, iniziando il 4 gennaio, iniziano a fine stagione, è fuori di testa. Non ha alcun senso proporre questo tipo di scontistica collettiva con questi tempi ed è altrettanto folle che le associazioni di categoria non si facciano sentire per questo. Una strada percorribile sarebbe quella di far iniziare i saldi dopo il 15 febbraio, a quel punto per due settimane si potrebbero mettere anche tutti i prodotti al 70%, ma per il resto dell’anno devono essere a prezzo pieno, altrimenti non sussisterebbe alcuna logicità”.
Umori non proprio idilliaci, quelli dei commercianti del territorio, che ora come ora si trovano in una condizione di indubbia difficoltà, con una capacità di spesa dei clienti che diminuisce sempre di più e politiche commerciali poco lungimiranti. Staremo a vedere come evolverà la situazione dall’inizio dei saldi in poi.