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Dimensionamento scolastico, interviene il Pd: ”Una redistribuzione calata dall’alto”

Dopo il disco verde da parte della Provincia al progetto che porterà alla soppressione del terzo circolo didattico “Monte Cervino”, i “dem” puntano il dito contro la mancanza di un percorso partecipativo da parte dell'amministrazione comunale

Pubblicato il 24 Settembre 2025 16:12 - Modificato il 24 Settembre 2025 17:00

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“Ancora una volta si invoca e si celebra il valore della partecipazione da parte dell’amministrazione comunale di Foligno e poi, di fatto, tutto avviene nelle remote stanze”. Lo denuncia il gruppo consiliare del Partito democratico intervenendo sul piano di dimensionamento scolastico proposto dal Comune e che negli scorsi giorni è stato approvato dalla Provincia, prima del passaggio in Regione dove troverà la sua definitiva approvazione.

Piano che, lo ricordiamo, a Foligno ha riguardato, in primis, la soppressione a partire dall’anno scolastico 2026/2027 del terzo circolo didattico “Monte Cervino” che comprende le scuola dell’infanzia di Monte Rosa, Monte Bianco, Paciana, Scafali, Mameli e le primarie di Monte Cervino, Scafali e Mameli, che da un punto di vista amministrativo saranno distribuiti tra i cinque istituti comprensivi.

“A Foligno, con la soppressione della scuola elementare cosiddetta Circolo tre – è intervenuto il gruppo consigliare del Pd cittadino –, che era in reggenza, è stato fatto un dimensionamento di tutti gli istituti comprensivi, facendo calare dall’alto una redistribuzione di plessi, accorpati, a volte, anche con motivazioni sensate, altre volte non funzionali. Ma la cosa grave – incalzano – è che, in questo discorso prettamente scolastico, non sono stati convocati coloro che gestiscono le varie scuole e cioè i dirigenti scolastici. La nuova redistribuzione è stata fatta dagli uffici, senza che i dirigenti potessero, in qualche maniera, far conoscere le loro richieste, le loro esigenze, le loro ragioni”.

Criticato dai democratici anche il fatto che ai dirigenti sia stato chiesto di fare le loro osservazioni ma che queste “siano rimaste poi sulla carta, perché è chiaro che, a volte, una richiesta poteva collidere con quella di un altro dirigente: se invece si fosse istituito un tavolo, con la presenza diretta di tutti i dirigenti seduti insieme, si sarebbero potute trovare soluzioni più adeguate. Ma quello che è grave, ancora una volta, che non sia mai la compartecipazione, la trasparenza, la condivisione; questo principio, sbandierato più volte, della partecipazione, quasi mai trova seguito”.

Per il gruppo di minoranza, inoltre, nel progetto ci sono anche delle scelte non adeguate che sicuramente potevano essere migliori, “senza penalizzare alcuni istituti o, favorirne altri, magari anche solo involontariamente. Ancora una volta, la partecipazione che questa amministrazione ha sempre sbandierato è rimasta solo sulla carta, con un metodo di lavoro deprecabile”.

“La Provincia – proseguono ancora – ha fatto ovviamente i suoi passi, ha chiesto un incontro al sindaco, il sindaco non era presente a tale incontro che è avvenuto con l’assessore alla scuola ed è durato pochissimi minuti. È stato detto al presidente della Provincia che le scelte erano già state fatte perché gli uffici avevano lavorato a lungo. Non si intende svalutare il lavoro degli uffici – concludono –, ma sottolineiamo che la presenza dei dirigenti scolastici era imprescindibile. Deprechiamo un metodo di lavoro non partecipativo”.

A chiudere la denuncia sollevata dal gruppo di opposizione, alcune parole di un addetto ai lavori, riportate dai dem: “Loro hanno solo fatto quadrare i numeri senza considerare che dietro ai numeri ci sono persone, alunni, docenti e famiglie”.

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