Una manifestazione organizzata dai giovani per i giovani. È quella che ha riempito le vie del centro storico di Foligno nella mattinata del 3 ottobre, quando gli studenti di tutte le scuole superiori della città si sono riversati in strada per lanciare un grido comune a sostegno della Palestina.
Uno sciopero che in queste ore sta interessando tutta Italia con cortei in numerose piazze del Paese, oltre che della Regione. Manifestazioni, indette da alcune sigle sindacali a seguito dell’abbordaggio da parte dell’esercito israeliano delle imbarcazioni della Global Sumund Flotilla, e che non stanno coinvolgendo solo le piazze, ma anche strade, autostrade, porti, ferrovie e aeroporti.
Anche Foligno questa mattina c’era, e ad esserci erano soprattutto i giovani che, dopo essersi riuniti hanno dato vita a un lungo serpentone che dal percorso pedonale che costeggia gli istituti superiori, ha attraversato viale Marconi, piazza San Domenico, via Chiavellati, corso Cavour, fino ad arrivare in piazza della Repubblica dove chiunque ha potuto prendere la parola e condividere il proprio pensiero.

“Se i giovani si organizzano – è intervenuta una studentessa –, si impadroniscono di ogni ramo del sapere e collaborano con gli oppressi, non ci sarà forma di ingiustizia. Confido che, prima o poi, ogni forma di sopruso si estinguerà”.
“Voglio ringraziarvi – ha detto poi una giovane – perché stiamo abbattendo il male sistemico tramite azioni non violente organizzate, le parole libere di amore si stanno facendo strada. È inutile sprecare un minuto di silenzio per un singolo individuo prepotente, quando il silenzio per tutti i bambini palestinesi varrebbe molto di più. Viva l’umanità senza confini”.
“Scegliere di venire qui oggi – gli ha fatto eco un altro studente – rappresenta il nostro dissenso. Noi domani torneremo a scuola, alla nostra vita, mentre Israele massacra civili che hanno l’unica colpa di essere nati in Palestina e non potersi difendere. Saremo noi a scrivere la storia, a sostenere la Flotilla e chi ha il coraggio di fare mettendosi anche in situazioni pericolose, invece di continuare a vivere serenamente la propria vita. Continueremo a lottare e oggi Foligno ha dimostrato nel suo piccolo di avere coraggio”.
“Frequento il quinto anno dell’indirizzo sportivo al liceo ‘Marconi’ – ha preso poi la parola uno studente –. Non so se lo sapete ma da noi, un giorno a settimana è dedicato alle scienze motorie e per noi del quinto è il venerdì. E oggi sono qui senza i miei compagni perché la mia classe ha preferito non perdere un giorno di sport. Quindi sono qui da solo, ma consapevole che la mia famiglia è da altre parti a protestare e che siamo dalla parte giusta della storia, così come lo sono tutti i presenti qui oggi. Perciò vi ringrazio tutti dal profondo del cuore”.

A gestire la manifestazione il comitato insieme per la Palestina Foligno, lo stesso ad aver organizzato anche i precedenti cortei che si sono dislocati per le vie della città. “Ma ad averla chiesta con forza anche gli studenti – come raccontano Sara Tiberi e Daniela Guarraci, docenti di storia e filosofia presso il liceo scientifico di Foligno “Marconi”, nonché membri del comitato insieme per la Palestina Foligno –. Sono stati in realtà i ragazzi a chiederci se avremmo fatto qualcosa parallelamente allo sciopero nazionale dei sindacati che ha coinvolto la manifestazione a Perugia. Gli studenti volevano fare qualcosa nella loro città e noi abbiamo colto l’appello e li abbiamo in parte aiutati, però si sono coordinati tra i vari rappresentanti d’istituto”.
“Io insegno – ha poi detto una professoressa del liceo ‘Frezzi – Beata Angela’ – ed è stato bello sentire che potevo partecipare a una delle prime manifestazioni che coinvolgeva anche i ragazzi. È stato davvero emozionante”.

Lungo il cordone della manifestazione abbiamo anche avuto occasione di parlare con degli studenti, alcuni dei quali sono intervenuti per raccontare il loro punto di vista, come Michele che racconta di aver saputo della notizia dell’abbordaggio della Flottilla “l’altro ieri notte e non ci sono rimasto benissimo – ha aggiunto –. Inizialmente ero dalla parte del torto, perché ero tra quelli che credevano che lo sciopero non servisse più di tanto, e che manifestare non fosse così importante. Perché la situazione è grave – ha spiegato – ma noi non possiamo farci niente. Invece, ho deciso di partecipare, quando ho scoperto che anche dei cittadini italiani erano stati sequestrati su acque internazionali, quindi con una violazione delle stesse regole da noi imposte e per cui nessuno, a quanto pare, vuole farci niente. Tutti girano la testa e nessuno guarda con occhi obiettivi quello che sta accadendo. A quel punto ho detto basta lezioni, basta scuola, non mi interessa delle interrogazioni. Purtroppo, sono stati giorni complicati perché abbiamo perso due giorni di scuola e non abbiamo ottenuto il sostegno del resto della classe che ha preferito fare lezione”.
È stata la prima volta che partecipavo a una manifestazione – è intervenuta Linda –, ed è stato molto bello, un’esperienza che sicuramente rifaremo. Siamo contenti di averlo fatto anche perché andava fatto”.
“Penso sia giusto manifestare – gli ha fatto eco Veronica –, anche se poi magari non porterà a dei veri e propri risultati perché nonostante i nostri scioperi, Israele non smetterà di bombardare. Però penso sia giusto manifestare la propria opinione ogni volta che possiamo e lottare per esprimerci. Finché abbiamo questo diritto dobbiamo farlo”.

Presenti alla manifestazione, oltre ai ragazzi delle scuole superiori e ai docenti, anche numerosi cittadini di ogni fascia di età, che pacificamente hanno deciso di prendere parte al lungo serpentone che ha colorato le strade della città. Tra questi anche, Giacomo Salemi, ex studente e rappresentante del liceo “Marconi”: “Quello che accade oggi è un evento importante nella storia del paese – ha detto –, in quanto viene sdogato un concetto che è appartenente alla personalità dell’italiano medio, che è quello dell’omertà. Non vedere è comodo, facile e permette di vivere in una tranquillità immaginaria. Perché il male che oggi si riversa su altri paesi, prima o poi si riverserà su di noi. Le persone a Foligno, a Roma, a Milano, hanno dimostrato che non si può sempre stare a guardare. A seguito di questo possiamo essere solo fieri, perché ce l’avevamo già nel Dna e abbiamo riscoperto cos’è la resistenza italiana, l’essere partigiani ed essere cittadini liberi, e oggi più che in altri giorni, abbiamo onorato la nostra Costituzione”.
