Il Partito democratico di Foligno interviene nello scontro tra Comune e Confcommercio. Dopo il botta e risposta delle scorse ore tra l’associazione dei commercianti guidata da Aldo Amoni che lamentava la mancanza di iniziativa e di concertazione da parte dell’amministrazione e il sindaco e la giunta che rimandavano al mittente le accuse di immobilismo, il dibattito si amplia. Ad inserirsi l’Unione comunale del Pd con il suo segretario Simone Bellucci, che si dice “al fianco dei commercianti e di tutti i cittadini che credono in una Foligno viva, sicura, pulita e accogliente”. 
Ricapitolando i numeri snocciolati da Confcommercio con 25 negozi chiusi in sei mesi e 110 saracinesca abbassate in centro storico, i democratici sottolineano come i “numeri raccontano, più delle parole, la profonda difficoltà in cui versa il commercio cittadino”. Un’emergenza di fronte alla quale, per il Pd, la giunta “invece di assumersi la responsabilità politica della situazione e presentare soluzioni concrete, si è rifugiata dietro giustificazioni generiche, attribuendo la crisi a ‘fenomeni mondiali’ e al commercio online, come se questo – dichiarano – esonerava chi governa dal dovere di intervenire con politiche attive di sostegno al territorio”.
Ben vengano azioni come “il ritorno di alcune fiere storiche, aperture domenicali, navette gratuite e qualche mercatino” ma, per i democratici, “evidentemente insufficienti di fronte a una crisi che ha decimato un terzo delle attività commerciali del centro”. Dal Pd la richiesta di conoscere i progetti strutturali, gli investimenti per il rilancio e le risposte alle proposte concrete avanzate da Confcommercio. “Nel mentre – dicono – i distretti urbani del commercio, che potrebbero accedere a finanziamenti regionali, sono fermi per mancanza della firma del protocollo d’intesa. La cabina di regia promessa in campagna elettorale? Il sindaco ha detto apertamente che ‘non si può fare’. La consulta dell’economia proposta in alternativa? Mai convocata. Il progetto per monitorare i flussi nel centro storico presentato ad aprile 2024? A zero”.
Insomma, per il Partito democratico “i problemi di Foligno non si risolvono attaccando chi li denuncia, ma ascoltando e agendo, mentre quello che emerge è un atteggiamento che denota insofferenza al confronto democratico e incapacità di accettare critiche legittime”. Ma non solo. “La crisi del commercio – ribadiscono – non è un destino ineluttabile, ma il risultato di scelte politiche inadeguate”. “Non basta dire che ‘si è fatto più che in passato’ – concludono -: i numeri della crisi dimostrano che non è abbastanza. È tempo di cambiare rotta, di ascoltare davvero le categorie produttive e di agire con coraggio e concretezza, restituendo speranza e futuro alla nostra città”.























