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Città di Foligno, Volume si congeda: “Unitevi per salvare la società”

Pubblicato il 11 Maggio 2016 11:13 - Modificato il 5 Settembre 2023 20:28

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Il campionato del Città di Foligno è oramai alle spalle. Una stagione travagliata soprattutto sotto il punto di vista societario. Dalla partenza estiva in pompa magna al passaggio di testimone da Damaschi-Pandalone ad Alessandro Nuccilli, presidente durato solamente pochi mesi per poi sparire dalla circolazione. In quest’ultimo periodo, l’unico ad aver gestito la situazione è stato il diggì Luigi Volume. Ecco in una lettera, il suo congedo:

Ci tenevo a scrivere queste parole perché, dopo tre mesi trascorsi a Foligno, è impossibile dopo quello che abbiamo vissuto nel bene e nel male non essersi affezionati al simbolo che gloriosamente abbiamo portato sul petto. Sono stati mesi difficilissimi, al limite dell’assurdo per chi come me vive di calcio; abbiamo dovuto fronteggiare situazioni a partire dalla mancanza di acqua calda, passando per il non avere la luce allo stadio, fino al vedersi rimandati indietro i nostri compensi e ad essere cacciati dagli alloggi. Nessuno però ci potrà dire mai di non aver onorato fino alla fine la maglia che abbiamo indossato a difesa dei vostri/nostri colori. In questi mesi abbiamo avuto la fortuna di avvalerci di collaboratori eccezionali che gratuitamente, anzi qualche volta rimettendoci anche qualche soldino per la benzina, giorno dopo giorno hanno fatto in modo di farci sentire comunque una squadra di calcio: gente favolosa, davvero innamorata del Foligno. Parlo di Franco Di Chiara, un “santo” solo per avermi sopportato ogni mattina; parlo di Franco Soli, il nostro speaker e uomo eccezionale dal cuore totalmente colorato di biancazzurro; parlo di Dino, Ugo e Giorgio, gente sempre pronta ad assecondare ogni esigenza mia e dei ragazzi. In questa avventura non posso non citare l’unica persona che ha preso a cuore le sorti del Città di Foligno nelle nostre immense difficoltà economiche: ci è stato sempre vicino Roberto Damaschi, l’unico imprenditore vero del territorio che ha risposto ai nostri gridi di allarme, permettendoci di sopravvivere. Ho un immagine però ben fissa nella mente che è stata la spinta a scrivere questa lettera: i meravigliosi ragazzi che ci seguirono a Gubbio segno di un’intera città che calcisticamente non è morta e non deve morire. I loro applausi al nostro ingresso in campo e la loro carica sono la cosa che più voglio custodire nel cuore. Alessandro, Elia, Romina, e Alessandra e tutti ragazzi della Curva Marco Bucciarelli non ci hanno mai mollato un attimo in qualunque stadio abbiamo giocato. Chiunque, e ripeto chiunque, per rispetto di chi c’era a Gubbio e per la storia di questa città non può più tradire questa gente. Quest’anno ho avuto l’onore di essere direttore di una piazza così importante, ho trovato una squadra di uomini veri e uno staff tecnico composto da professionisti che nulla c’entrano con questa categoria. Il mio non è un addio o niente del genere, perché il calcio è strano so che non esiste la meritocrazia e nulla, però in questo ennesimo viaggio avevo la necessità di salutarvi per la fine di questo campionato e, credetemi, se potessi lo farei abbracciandovi uno per uno. Questa lettera è un semplice saluto di uno come tanti che, passando calcisticamente da Foligno, ha potuto ammirare la bellezza della città e l’amore che incondizionatamente qualche tifoso conserva ancora per questa realtà. A prescindere da me chiedo a tutti, chiunque possa, di unirsi per salvare le sorti del calcio a Foligno, perché c’è gente che, credetemi, si emoziona e piange ancora per questo stemma.
 Forza Foligno“.

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