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Infrastrutture, immobili, cultura e non solo. Tutto questo è la “Carta di Spoleto”

Pubblicato il 17 Luglio 2017 13:36 - Modificato il 5 Settembre 2023 17:00

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Si chiama “Carta di Spoleto”. Ed è un documento che nasce da un’idea di Mauro Luchetti, presidente di Hdrà, insieme al sindaco di Spoleto, Fabrizio Cardarelli, per trovare soluzioni e percorsi condivisi che consentano alla città di uscire dall’isolamento in cui vive rilegata a causa di collegamenti con altre città lenti e difficili. E in tal senso torna prepotente l’idea del completamento della Tre Valli, dove, pare, e mantenere la giusta cautela è d’obbligo, si apriranno i cantieri tra un anno e mezzo. Ma non solo. All’interno del documento, oltre all’intenzione di voler rafforzamento i collegamenti ferroviari e stradali, ci sono buoni propositi per il rilancio del sistema immobiliare, per la valorizzazione del territorio come bacino di cultura e natura, e per il completamento della banda ultralarga. Sì, perché sono proprio questi i pilastri della “Carta di Spoleto”, discussa l’altro giorno nella sede del Comune di Spoleto e poi illustrata 24 ore dopo al Teatro “Menotti” e che ha messo insieme istituzioni nazionali, regionali e locali, imprenditori e top manager dei maggiori player dei trasporti. “Spoleto – ha detto il sindaco Cardarelli in occasione della iniziativa comunale – dev’essere un luogo dove vivere e lavorare, capace di attrarre migliaia di turisti ogni anno e quindi contribuire all’economia locale, al sistema dei servizi, alle imprese. Oggi la carenza di infrastrutture materiali e immateriali rende davvero complesso favorire un processo di inclusione territoriale ed economico, capace di costruire una prospettiva sociale. Dobbiamo lavorare, di concerto con la Regione Umbria, sul Piano dei Trasporti Regionali per delineare alcune direttrici fondamentali per risolvere i problemi di collegamento. Sulle infrastrutture immateriali si sono fatti importanti passi avanti, ma c’è ancora molto da fare”. A rappresentare il governo è stato Umberto Del Basso De Caro, sottosegretario ai Trasporti. “Il nodo delle infrastrutture – ha chiarito – è la precondizione dello sviluppo. Alcune tratte dell’alta velocità hanno già abbattuto le differenze tra pendolarismo e stanzialità. Sulla strada delle Tre Valli, che comprende la galleria di Acquasparta che abbrevierà i tempi di percorrenza su gomma per Spoleto, si potranno iniziare ad aprire i cantieri tra un anno e mezzo, il 1° gennaio 2019. Sono fiducioso che ce la faremo”. “L’Umbria – ha aggiunto Catiuscia Marini, presidente della Regione Umbria– per 25 anni ha fatto una programmazione di qualità sull’accessibilità interna alle città, valorizzando i centri storici. I prossimi devono essere gli anni della mobilità dell’Umbria rispetto al resto del paese e all’interno del sistema regionale. Bisogna assolutamente connettere l’Umbria all’alta velocità ferroviaria e una fermata a Orte, che consentirebbe di abbattere di tempi di collegamento in particolare verso il nord, è una delle opzioni attualmente allo studio”. Ma la presentazione ufficiale della “Carta di Spoleto”, ma soprattutto ciò che sono i suoi contenuti, c’è stata a 24 ore di distanza in un gremito Teatro “Menotti”. “Negli anni ’50 – ha raccontato Mauro Luchetti, presidente del gruppo Hdrà e ideatore dell’iniziativa – Spoleto non aveva alberghi e l’acqua nelle case arrivava con i secchi. Il Festival dei Due Mondi diventò un grande motore per lo sviluppo e così può essere ancora. Con il sindaco abbiamo predisposto una serie di punti per far sì che la crisi derivante dal terremoto possa trasformarsi in un’opportunità”. Poi l’intervento di Riccardo Nencini, viceministro delle Infrastrutture. “Trasformeremo le progettualità in opere concrete – ha detto – Spoleto è una città ideale in quanto parte di una comunità regionale ideale, in una rete tra i borghi che hanno le stesse caratteristiche e che possono fare squadra insieme”. E in tal senso “il Festival rappresenta un fattore importante di attrazione per il territorio, anche se restano scoperti i mesi invernali”, sono state le parole di Giorgio Ferrara, direttore artistico del Festival dei Due Mondi. “Per fare il vero salto di qualità – ha osservato Marco Patuano, ad di Edizione Holding – non bisogna invocare i soldi, ma proporre buone idee. Il valore della Carta di Spoleto è quello di gettare l’amo per un’idea in grado di attrarre i capitali pazienti”. Ma la Tre Valli resta la priorità per ovviare all’isolamento che vige nel territorio spoletino ormai da anni. 

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