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Telemedicina, così cambiano le visite

Pubblicato il 16 Marzo 2021 12:10 - Modificato il 5 Settembre 2023 12:42

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La telemedicina al centro del webinar promosso dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno che, nel pomeriggio di lunedì 15 marzo, ha visto confrontarsi sul tema esperti ed istituzioni. Questione che vede l’Ente di palazzo Cattani in prima fila. Due, infatti, i progetti di telemedicina finanziati dalla Fondazione Carifol pensati in epoca di pre pandemia e finalmente realizzati, partendo dalla certezza che la tecnologia avrebbe incrementato l’efficacia clinica. “Con la pandemia, questa strategia di supporto si è rivelata uno strumento indispensabile che trova applicazioni in sempre più servizi e anche in una fase successiva potrà diventare utile nella ‘normalità’. A dimostrazione che la tecnologia non sostituisce la relazione medica e terapeutica ma può incrementarla, rendendosi indispensabile per seguire il paziente fragile nelle criticità. Una disciplina che è possibile integrare con la medicina narrativa digitale”. Queste le parole di Paolo Trenta, consigliere della Fondazione Carifol che ha introdotto gli interventi dei presenti, citando l’avvìo di due progetti importanti di telemedicina finanziati dalla Fondazione Carifol, deliberati da molto tempo, pensati in epoca pre pandemia e finalmente realizzati. Partendo dalla certezza che la tecnologia avrebbe incrementato l’efficacia clinica.

Tonti: “Sempre vicini alla Sanità” – “Come Fondazione – ha detto Umberto Nazzareno Tonti – abbiamo aderito da subito, ravvedendo nella telemedicina uno strumento che potesse rappresentare una sintesi di due termini che configgono, quali distanza e prossimità. La distanza è diventata monitoraggio a distanza e la prossimità è diventata medicina di prossimità. Nella telemedicina abbiamo visto una sintesi capace di dare vita a un cambiamento e abbiamo accettato questa sfida nel nostro ruolo. Sotto il profilo della sanità la Fondazione ha un lungo percorso alle spalle e la volontà è quella di proseguire”. Un percorso fatto di donazioni in termini di strumentazioni ma anche di ricerca.

De Fino: “Telemedicina per abbattere le liste di attesa” – E sul ruolo fondamentale della telemedicina è intervenuto anche il direttore generale dell’Usl Umbria 2, Massimo De Fino. “Già in epoca ante Covid – ha spiegato – aveva assunto un ruolo fondamentale per nuovi percorsi sanitari, con l’idea di una centrale operativa unica regionale, di un software per l’abbattimento delle liste di attesa, specialmente per la presa in carico di II livello a cura degli specialisti che potrebbero seguire i pazienti a casa”. Altro fronte su cui si sta lavorando è quello del potenziamento dell’assistenza domiciliare, attraverso percorsi di telemedicina in aree disagiate come la Valnerina e l’Orvietano. “Ci teniamo in questa fase pandemica che i pazienti restino a domicilio quanto più possibile – ha quindi sottolineato -. Per farlo dobbiamo sviluppare le grandi potenzialità offerte anche dalla Fondazione: partner come voi ci danno la carica per incrementare nostre attività costruendo una medicina innovativa”.

Coletto: “Investimento in telemedicina necessario” – Presente all’incontro anche l’assessore regionale alla salute, Luca Coletto. “Fare sanità – ha detto – è come essere su un tapis roulant: se ci si ferma si va indietro”. Guardare verso l’informatizzazione e la telemedicina,  che in questo momento “ha una dato grossa mano per l’assistenza domiciliare dei pazienti”, secondo l’assessore è necessario per migliorare la sanità territoriale. “Quello sulla telemedicina è un investimento “che s’ha da fare” – ha concluso – perché la sanità non cammini ma corra sul filo del progresso”.

Pillon: “Telemedicina non obiettivo ma strumento” – Sergio Pillon, coordinatore trasformazione digitale Asl Frosinone è uno dei pionieri della telemedicina. Durante il webinar ha parlato dello stato dell’arte della telemedicina in Italia, fra prospettive e potenzialità. “La telemedicina – ha spiegato – non è l’obiettivo ma lo strumento e non vuole sostituire la visita in presenza ma è da intendersi, secondo le ultime linee guida nazionali, limitata dalle attività di controllo dei pazienti la cui diagnosi sia stata già formulata nel corso di una visita in presenza”. Il periodo della pandemia, come evidenziato da Pillon, ha dimostrato che recarsi fisicamente dal medico non è la soluzione più ‘smart’, più intelligente. In Usa le televisite, in periodo Covid, hanno sostituito quelle in presenza. In Italia i pazienti provano ancora ad arrangiarsi via WhatsApp. E proprio a proposito di nuove tecnologie, il dottor Pillon ha mostrato un’app israeliana che con la fotocamera dello smartphone consente di acquisire direttamente: frequenza cardiaca, saturazione di ossigeno, frequenza respiratoria e livello di stress. E una fotocamera di sorveglianza con sensori di movimento, puntata su un’anziana mamma dal figlio che si è ingegnato per controllarne gli spostamenti. Nata durante il periodo Covid la telemedicina è il tassello di un grande lavoro che “deve vedere tutti muoverci verso la sanità digitale”. “La vera scommessa – ha detto infine – è effettuare il monitoraggio dal cronico al fragile senza doversi arrangiare, ma potendosi affidare a un sistema organizzato. Senza salute e cure digitali non si risponde alle esigenze dei cittadini”.

Zampolini: “Consulenze a distanza salva-vita e salva-abilità” – Mauro Zampolini, direttore del dipartimento di Riabilitazione dell’Usl Umbria 2 ha ricordato come, da diversi anni, il dipartimento abbia una serie di progetti sperimentali, la cui applicazione è stata sinora limitata, per problemi tecnologici e di tipo amministrativo. In tempo di Covid, però, i progetti hanno subito un’accelerazione: il progetto della neurologia digitale per il neurostroke, ad esempio, è stato in parte rimodulato, anche per dare supporto a pazienti che non potevano essere più seguiti in ambulatorio fra i quali quelli con sclerosi multipla. Un approccio digitale non solo per le visite e la riabilitazione, ma anche per il supporto di psicologia a distanza e neuropsicologia per le demenze, grazie al finanziamento della Fondazione. Tante le possibilità di intervento, anche in zone svantaggiate come la Valnerina, che facilitano la presa in carico di pazienti con cronicità.

Patoia: “Dimissioni precoci grazie al monitoraggio a distanza” – Infine, Lucio Patoia, direttore della struttura complessa di Medicina Interna dell’ospedale di Foligno, intervenuto sul ruolo della telemedicina per la dimissione precoce dalla medicina interna e d’urgenza di pazienti ultra 70enni. “Molte patologie in medicina interna – ha detto – comportano un’ospedalizzazione prolungata a causa della necessità di un monitoraggio clinico stretto o di una sorveglianza specialistica ma ci sono, oltre ai costi elevati delle lunghe degenze,  anche i rischi di infezioni ospedaliere. Con la telemedicina è possibile monitorare i parametri vitali (polso, pressione arteriosa, ECG, saturazione) ed eseguire persino numerosi accertamenti come ecografie, spirometrie ed altro effettuando anche un teleconsulto con i medici di medicina generale, gli operatori dei distretti e, nel caso dei pazienti Covid – ha concluso –  con i medici delle Usca”.

Per la realizzazione di questi obiettivi è stata scelta e finanziata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno la piattaforma 2 CARE di Kell per l’integrazione fra percorsi assistenziali in ospedale e a domicilio per pazienti cronici, polipatologici, per soggetti fragili e anziani. Uno strumento integrato per la condivisione di informazioni fra medici infermieri, caregiver e paziente e la tracciabilità di ogni fase del percorso assistenziale. Una realtà che sembra futuribile ma che invece è già nel nostro orizzonte.

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