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Covid, nel Folignate +16% di infezioni in sette giorni. In Umbria 98 contagiati dopo il vaccino

Pubblicato il 11 Febbraio 2021 18:08

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È cresciuto del 15,9 per cento l’andamento settimanale dei nuovi positivi nel distretto di Foligno. A dirlo sono i dati elaborati dal Nucleo epidemiologico regionale che, come ogni settimana, fotografano la situazione della curva epidemica in Umbria. “Il quadro – commenta Marco Cristofori – appare abbastanza complesso. Il riferimento non è solo all’aumento dei contagi ma, a cascata, anche ai ricoveri. Fronte su cui si sono registrati “picchi elevati”, “più alti – dichiara Cristofori – di quelli avuti quando l’Umbria contava un maggior numero di nuovi casi Covid rispetto agli attuali”. Stessa situazione anche per le terapie intensive e i decessi. Per quanto riguarda le fasce d’età coinvolte, nelle ultime tre settimane i numeri più alti hanno interessato le cosiddette classi d’età scolastiche tra i 6 e i 18 anni. Resta, inoltre, la forbice tra le due province umbre, con quella di Perugia che presenta un’incidenza di 344 casi su 100mila abitanti e quella di Terni che si attesta a 72,5.

“Non siamo in frenata – commenta l’assessore alla salute, Luca Coletto – ma servono 14 giorni perchè si arrivi ad una stabilizzazione della situazione. Anche se, questa volta – ha sottolineato – occorre fare i conti con due varianti non ancora pienamente conosciute”. Tra le partite più importanti, c’è poi quella dei vaccini. Fronte su cui, come sottolineato da Coletto, si registra una carenza. “I team vaccinali ci sono – ha detto – ma mancano le dosi. Basti pensare che al momento abbiamo 9mila vaccini Pfizer per far fronte ad un popolazione ultra 80enne di 89mila soggetti”. Situazione che non esclude la possibilità per l’Umbria, così come sta avvenendo in altre regioni italiane, di acquistare in autonomia i vaccini di cui si necessita. Nel frattempo, però, la Regione ha avanzato una richiesta di altre 50mila dosi.

Intanto da lunedì 15 febbraio prenderà il via la campagna vaccinale dedicata agli ultra 80enni e a quei medici che non hanno ancora usufruito del vaccino. Il riferimento è, tra gli altri, a odontoiatri e farmacisti, ma anche a chi si occupa del trasporto sanitario, compresi i volontari. Sono, invece, circa 3mila i vaccini di Moderna che verranno utilizzati per la somministrazione a soggetti che hanno sì superato gli 80 anni, ma che per le patologie che presentano sono considerati fragili e che quindi verranno vaccinati a domicilio con la collaborazione dei medici di base. Tra i dati forniti dalla Regione anche quello relativo alle reinfezioni: 42 da inizio pandemia. Novantotto, inoltre, i soggetti contagiati dopo la seconda dose di vaccino: 41 operatori e 57 ospiti di Rsa. Di questi 98, per 67 la positività si è avuta entro i 7 giorni dalla somministrazione, mentre per gli altri 31 tra l’ottavo e il 14esimo giorno. In questo caso, i tamponi sono in fase di “sequenziamento”, per capire se le varianti possano aver inciso.

Infine, il capitolo assunzioni di personale sanitario. “Abbiamo chiesto un supporto per sostenere l’incremento dei ricoveri” ha spiegato il direttore regionale Claudio Dario. Nel dettaglio, chiesti 97 medici specialisti, di cui 52 specializzati in anestesia e rianimazione e 45 tra malattie infettive, pneumologia e medicina interna. E ancora 24 medici non specializzati per il supporto territoriale al contact tracing. Infine, 287 infermieri con competenze in terapia intensiva o in contesti intensivi e 88 operatori sociosanitari. “Questo – ha spiegato Dario – ha portato all’emazione di un’apposita ordinanza da parte della Protezione civile nazionale. Nel frattempo sono stati avvitai contatti con altre Regioni per fornirci e supportarci con specialisti che – ha concluso – possono essere mandati in comando da noi”.

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