Due casi di Covid-19 al liceo scientifico “Marconi” di Foligno e due classi in quarantena. A risultare positivi al tampone due studenti, non residenti nella città della Quintana e con sintomi lievi. Riscontrati i due contagi, sono subito scattate le procedure del caso da parte dell’Usl Umbria 2: controlli su compagni di classe e docenti e stop alle lezioni in presenza fino, almeno, al 18 ottobre prossimo. “Si tratta di situazioni che fanno, purtroppo, ormai parte dell’ordinarietà – ha commentato la dirigente scolastica, Maria Paola Sebastiani – ma stiamo riscontrando un’importante collaborazione sia da parte degli studenti nel modo di comportarsi a scuola, sia da parte delle famiglie nel segnalare in maniera attenta e puntuale eventuali anomalie”. Per la dirigente del liceo scientifico folignate, dunque, si sta contenendo con molto impegno da parte di tutti ma anche con ottimi risultati un fenomeno che – ha dichiarato – “avrebbe potuto avere un impatto molto più forte””. “Grazie – ha proseguito – ad un’immediata identificazione dei casi e ad un tracciamento veloce dei contatti attraverso anche l’ausilio dei registri elettronici”. Milleduecento i ragazzi e le ragazze che frequentano la scuola di via Isolabella, ai quali si aggiungono altre 200 persone tra personale docente e non docente. “L’organico non è ancora al completo – ha sottolineato -, ma al momento riusciamo a gestire bene anche i gruppi docenti in quarantena”. Nessun problema, infine, neppure per la didattica online. “Abbiamo lavorato tutta l’estate ed investito molte risorse per attrezzare tecnologicamente tutte le classi della scuola”.
LO SCIOPERO – Intanto nella mattinata di venerdì una classe dell’Itt “Da Vinci” di Foligno ha scioperato e protestato di fronte al piazzale che ospita la scuola. Al centro della contestazione le problematiche legate agli spazi in cui gli alunni di un terzo superiore sono costretti a seguire le lezioni. “Siamo 29 alunni ed è da quando siamo in primo che chiediamo all’Ufficio scolastico regionale di poter essere divisi, ma nessuno ci ha mai ascoltato – spiegano gli studenti in sciopero -. Quest’anno con il Covid il problema si è amplificato e ci sono stati promessi più docenti legati all’organico Covid-19 per poter dividere la classe, ma per il momento le promesse non sono state messe in pratica”. In classe, secondo quanto denunciato dagli studenti, si riescono a mantenere a malapena le distanze, oltre al fatto che il loro indirizzo di studi prevede molte ore di laboratorio. “I laboratori – lamentano gli alunni in sciopero – può ospitare solo sedici persone e quindi diventa tutto più difficile. Non vogliamo incolpare l’attuale preside o la scuola, ma sono anni che l’Usr non ascolta le nostre richieste ed ora vogliamo che qualcuno finalmente ci ascolti. Speriamo che il nostro sciopero stimoli anche altri studenti di altre scuole d’Italia affinché non si rimanga più in silenzio e si denunci la disorganizzazione, affinché tutto ciò finisca. Siamo stanchi – concludono – di stare in classe con la metà dei professori e senza distanze di sicurezza”. Durante lo sciopero, i ragazzi – supportati nella protesta anche dai loro genitori – hanno esposto un cartellone. “Provveditorato – si legge nello striscione – non nascondere la testa sotto la sabbia, è ora di svegliarsi e mandare insegnanti Covid”.
Ha collaborato Fabio Luccioli