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Primi d’Italia, c’è il “piano d’azione”: si attende l’ok della prefettura

Pubblicato il 27 Agosto 2020 10:44 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:25

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Sono giorni di importanti decisioni quelli che sta vivendo la città di Foligno. Da un lato c’è l’attesa per la deroga chiesta dall’Ente Giostra, che domenica 13 settembre vorrebbe riuscire a far entrare al Campo de li Giochi all’incirca 4mila spettatori – poco meno della metà della capienza – contro i mille previsti dalle disposizioni anti-Covid. Dall’altro c’è chi, invece, aspetta l’ok ad un’intera manifestazione. È Epta Confcommercio che, dopo aver lanciato le date dell’edizione 2020 de I Primi d’Italia – in cartellone dal 24 al 27 settembre – ha dovuto fermarsi un attimo, in attesa che chi di dovere si pronunci.

In entrambi i casi l’ultima parola spetterà al prefetto di Perugia. Sarà Armando Gradone, infatti, a dire se i “piani d’azione” presentati dai vertici di palazzo Candiotti e di Epta sono compatibili con le norme anticontagio. E se negli scorsi giorni ad illustrare le modalità organizzative e gestionali era stato il presidente Domenico Metelli, ora è la volta di Aldo Amoni. “L’orientamento delle ultime settimane era stato quello di rinviare tutto al prossimo anno – spiega il numero uno di Epta Confcommercio – poi, però, ci abbiamo ripensato, anche in virtù del fatto che si terranno altre manifestazioni”.

L’idea, dunque, è quella di tentare il tutto per tutto. “Anche perché – dichiara Amoni – in tanti ci hanno chiesto di andare avanti”. Da qui, dunque, la volontà di Epta di provarci, anche in un’ottica di rilancio del territorio visto il difficile periodo vissuto economicamente a causa del Covid-19.

Ma cosa prevede il piano messo a punto da Epta per garantire uno svolgimento in sicurezza della kermesse dedicata ai primi piatti? Intanto, niente palco in piazza, così da evitare possibili assembramenti. Mentre restano confermate, con tutte le misure di prevenzione del caso, le attività collaterali come “I Primi d’Italia Junior”, gli incontri con gli chef stellati e le “food experience” in collaborazione con la Scuola italiana del gusto. Per quanto riguarda, invece, i villaggi del gusto si dovrebbe passare da dieci a sette, “seguendo – ha dichiarato Amoni – lo stesso protocollo delle taverne”. Stesse location, dunque, ma anche uguali regole per l’accesso con termo scanner all’ingresso, obbligo di indossare la mascherina e rispetto del distanziamento.

Ora, dunque, non resta che aspettare che il prefetto si pronunci.

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