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Foligno, in piazza contro la chiusura degli uffici di Equitalia

Pubblicato il 15 Settembre 2014 17:27 - Modificato il 6 Settembre 2023 02:25

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Un tavolo di confronto per modificare l’atteggiamento di Equitalia. É quanto chiedono i segretari regionali di Cgil e Cisl, Mario Bravi e Ulderico Sbarra, e i coordinamenti regionali per i lavoratori esattoriali di Fisac e Fiba. E intanto per ribadire la contrarietà all’ipotesi di ogni ulteriore ridimensionamento del servizio di riscossione dei tributi in Umbria, alla soppressione degli uffici di direzione di Foligno e all’accorpamento con la sede regionale di Perugia è stata indetta una manifestazione – con sciopero – per il 22 settembre, proprio nella città della Quintana. L’appello dei sindacati comunque è rivolto alla presidente della Regione, Catiuscia Marini, in vista della chiusura degli uffici dislocati sul territorio e dell’intervento riorganizzativo previsto da Equitalia entro il prossimo autunno. «Va anche sottolineato – dicono Bravi e Sbarra in una nota – che nel corso degli ultimi anni, partendo da 12 uffici dislocati sul territorio della nostra Regione, si è andati ad un progressivo ridimensionamento anche per quanto riguarda i dipendenti passati da oltre 180 a circa 130. E tutto questo mentre in altre parti d’Italia il numero delle consulenze esterne aumentava al punto tale da pareggiare il numero dei dipendenti». Equitalia, azienda a totale controllo pubblico che ha come azionisti l’Agenzia delle Entrate e l’Inps, infatti, negli ultimi anni ha soppresso le sedi aziendali di Spoleto, Città di Castello, Gubbio e Assisi, unitamente agli sportelli di Bastia, Todi e Castiglione del Lago. Ma non è solo questo. Per Bravi e Sbarra si tratta di «un mostro a due teste che da una parte infierisce sui debitori a basso reddito e dall’altra sui lavoratori dell’Umbria. È inaccettabile – sottolineano i sindacati – la logica dei tagli. Pensiamo che in tale confronto vadano coinvolti anche i parlamentari umbri, perché non dobbiamo dimenticare che Equitalia svolge una funzione pubblica che spesso nei fatti viene contraddetta». In definitiva, per le sigle sindacali il tavolo sarebbe necessario sia perché nel 2007 l’allora presidente di Equitalia, Attilio Befera, si era assunto l’impegno di non ridimensionare la presenza sul territorio, sia perché i sindacati hanno realizzato una piattaforma nazionale sul fisco per contrastare l’evasione fiscale. E un allentamento della presenza nel territorio costituirebbe quindi uno stimolo per andare nella direzione opposta. «Dal 2011, anno in cui in Umbria gli operatori di Equitalia hanno recuperato 128 milioni di evasione, non è dato più sapere qual è il quadro della situazione che abbiamo di fronte. Per tutti questi motivi – concludono – riteniamo necessario un confronto su una situazione, quella di Equitalia e del fisco, che è centrale per la vertenza Umbria».

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