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Ex Merloni: situazione sempre più drammatica

Pubblicato il 24 Settembre 2014 14:47 - Modificato il 6 Settembre 2023 02:19

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Sempre più drammatica la situazione in casa ex Merloni. La Regione Umbria e le forze sociali del territorio chiedono a gran voce un confronto diretto e operativo con il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi entro e non oltre il 12 ottobre 2014, giorno in cui 630 lavoratrici e lavoratori ex Merloni vedranno esaurirsi la cassa integrazione e saranno licenziati in maniera irreversibile. Al termine dell’incontro avvenuto stamani in Regione, le organizzazioni sindacali Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria, con le categorie territoriali di Fim Fiom e Uilm e l’assessore regionale allo Sviluppo Economico Vincenzo Riommi, hanno concordato sulla necessità di una forte iniziativa comune, seppure nel rispetto della diversità di ruoli. Una vicenda dai risvolti drammatici quella dell’ azienda leader nel comparto produttivo degli elettrodomestici, ad allarmare di più, oltre alla questione dei licenziamenti che riguarda centinaia di lavoratori dai 48 ai 50 anni, è lo stallo in cui versa la Jp (azienda subentrata in parte nelle produzioni ex Merloni), realtà che, nonostante le rassicurazioni del ministero e un accordo sul quale si starebbe lavorando con le banche, non ha ancora ripreso l’attività produttiva, mentre avanza, secondo i maggiori sindacati umbri, l’eventualità che quel poco di attività produttiva residua venga concentrata tutta sul versante marchigiano. Resta comunque irrisolta, si legge nel comunicato della CGIL, CISL e UIL, la questione dell’accordo di programma, nonostante i 35 milioni di euro stanziati e le sollecitazioni ripetute da parte dei presidenti delle Regioni Umbria e Marche, Marini e Spacca. Inoltre, fanno sapere i sindacati, si proseguirà con la mobilitazione per la “Vertenza Umbria”, con al centro Ast e Merloni. Un’iniziativa – hanno spiegato i tre segretari regionali umbri Bravi, Sbarra e Bendini – volta a contrastare il pesante processo di deindustrializzazione della regione che sta già causando un evidente indebolimento del tessuto sociale umbro.   

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