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Chiusura uffici postali, Regione: “Mettiamo a disposizione i nostri immobili”

Pubblicato il 12 Febbraio 2015 17:42 - Modificato il 6 Settembre 2023 00:57

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A Montefalco un presepe vivente ispirato al Perugino

L'opera prenderà vita nella taverna del Quartiere San Francesco il 25 e 26 dicembre e il primo e 6 gennaio, accompagnata da un’estemporanea di pittura. Per l’occasione sarà avviata anche una raccolta fondi destinata alla ricerca sui tumori pediatrici

Un incontro urgente per affrontare la questione della prossima chiusura di alcuni uffici postali e della razionalizzazione delle aperture di altri. É quanto richiesto dal presidente Anci Umbria, Francesco De Rebotti, e dal coordinatore dei Piccoli Comuni Umbria, Giuseppe Chianella, alla direzione regionale di Poste Italiane. Un taglio drastico, quindi, quello previsto anche per l’Umbria, con la chiusura di quindici uffici postali e la riduzione dell’orario di apertura per altri diciotto. Nel folignate e nello spoletino, in particolare, si prospetta la chiusura degli uffici di Annifo, Capodacqua e Castel Ritaldi. “Il territorio umbro, anche se non vasto – sottolineano De Rebotti e Chianella -, è molto particolare. Gli uffici postali sono presidi essenziali per tanta parte della popolazione, soprattutto per coloro che abitano lontano dai grandi centri e per gli anziani che risulterebbero essere i più penalizzati. Sarebbe fondamentale coinvolgere la amministrazioni interessate dal piano di razionalizzazione – concludono – per poter tenere conto delle differenti esigenze dei territori”. Segnali arrivano anche dalla Regione che si dice disponibile a mettere a disposizione anche il proprio patrimonio immobiliare pur di scongiurare la chiusura degli uffici periferici. Ad annunciarlo l’assessore regionale al patrimonio e riforme, Fabio Paparelli. “È necessario che – dichiara Paparelli – sulla base delle sollecitazioni ricevute da più parti, Anci e Regioni si attivino per chiedere un incontro urgente con gli amministratori di Poste Italiane, affinché riconsiderino una scelta che impoverisce il tessuto socio-economico di tante realtà territoriali, in cui il presidio dei servizi postali rappresenta una necessità reale e sentita”. 

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