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Appalti ferroviari, sindacati e lavoratori chiedono l’adeguamento dei buoni pasto

Pubblicato il 29 Settembre 2023 15:23

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“Con gli attuali 5,20 euro compriamo solo un panino”. È il grido di protesta delle lavoratrici e dei lavoratori degli appalti ferroviari che, quotidianamente, erogano servizi che vanno dalla ristorazione a bordo treno alla pulizia, dall’accoglienza alle piccole manutenzioni e ai quali viene attualmente corrisposto un buono pasto di 5,20 euro. Troppo poco, dicono, per pranzare o cenare durante la giornata lavorativa, soprattutto alla luce della crescita dell’inflazione, che ha inciso negativamente sul potere d’acquisto degli italiani.

Questo il motivo dello sciopero unitario indetto a livello nazionale da Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Fast Confsal e Salpas Orsa, che si è svolto venerdì 29 settembre e che a Foligno si è concretizzato in un sit in di protesta di sindacati e lavoratori davanti alla stazione ferroviaria. Un presidio per chiedere a gran voce l’adeguamento del valore del buono pasto, passandolo da 5,20 euro a 8 euro. “Non ci sembra una richiesta assurda – ha commentato Sandro Gentili della Filt Cgil – anche perché l’adeguamento a 8 euro, rientra nella soglia della non tassabilità. Non chiediamo esborsi stratosferici, ma un adeguamento dettato dal carovita”.

“Quello degli appalti ferroviari – ha dichiarato Fabio Ciancabilla, segretario generale Fit Cisl dell’Umbria – è un mondo che molte volte viene dimenticato, nonostante si tratti di una parte importante della produzione del Gruppo Fs. I lavoratori, purtroppo, hanno un trattamento diverso e questo si manifesta sia a livello economico sia nell’erogazione dei buoni pasto”. La critica che viene mossa, infatti, è che mentre per i ferrovieri il buono pasto è stato portato a 10,50 euro, per i lavoratori degli appalti è rimasto fermo – come detto – a 5,20 euro. “Una differenza enorme” sottolinea Ciancabilla, per il quale “l’accoglimento della richiesta sarebbe il segnale di riconoscere anche a questi lavoratori l’importanza che hanno nel Gruppo Fs”. Secondo quanto spiegato dall’esponente della Fit Cisl dai consorzi sarebbe già arrivato il consenso all’adeguamento, ma a mancare sarebbero le risorse. “Tramite queste azioni di protesta – ha quindi concluso Ciancabilla – vogliamo stimolare il committente, ossia il Gruppo Fs, affinché integri economicamente i lotti che ha dato in gestione alle società appaltatrici”.

E a parlare nel corso del sit in folignate sono stati anche i lavoratori. Per Daniele Pocceschi “una richiesta giusta e sacrosanta in un momento di crisi come quello attuale”. “È una protesta in difesa dei nostri diritti – ha aggiunto – perché riteniamo sia arrivato il momento di un cambio di marcia: non è giusto classificare i lavoratori in dipendenti di serie A e serie B. L’indotto è lo stesso e anche il lavoro”. “Chi come me fa un servizio viaggiante – ha spiegato Fabrizio Ronchetti -, occupandosi della pulizia dei treni durante gli spostamenti, fa turni in cui sta fuori anche a pranzo o a cena e con un ticket da 5,20 euro siamo in difficoltà. Non è possibile mangiare sempre panini, è una cosa vergognosa. L’adeguamento – conclude – è un diritto che ci spetta”.

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