30.8 C
Foligno
giovedì, Agosto 28, 2025
HomeEconomiaSindacati in piazza contro la privatizzazione di Poste Italiane

Sindacati in piazza contro la privatizzazione di Poste Italiane

Sabato mattina, a Perugia, il presidio che ha visto anche la presenza dei lavoratori con l’obiettivo di “continuare ad assicurare un presidio sociale in molte frazioni” ed evitare il rischio di una “desertificazione degli istituti”. Rammarico per l’assenza di Comuni e Anci

Pubblicato il 18 Maggio 2024 13:27 - Modificato il 19 Maggio 2024 12:03

Tienimi informato

Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno

Ultimi articoli

Quintana, cavalieri alla conquista del “Guanto della Rivincita”

A palazzo Trinci presentato il palio di Giostra realizzato dagli artisti LuLù Nuti e Floating Beauty insieme ai ragazzi della cooperativa sociale EllElle. Nel corso della serata estratto anche l'ordine di partenza dei binomi per le prove ufficiali

Lorenzo Gubbini bronzo ai Mondiali Giovanili di Winnipeg

In coppia con Caterina Gallo, l'arciere folignate ha battuto gli Stati Uniti, conquistando il terzo gradino del podio della categoria juniores in Canada. Ora testa ai campionati coreani che avranno inizio il 5 settembre, mentre nel cassetto c’è il sogno di Los Angeles 2028

Dopo 11 anni l’“Orfini” cambia preside: si chiude l’era Trampetti

In arrivo da Spoleto Massimo Fioroni, che subentrerà alla storica dirigente andata in pensione. Con un post di commiato sui social, ha salutato i docenti e soprattutto gli studenti, definendoli “il vero volto della scuola, il più bello e autentico”

Presidio a Perugia per dire “no” alla privatizzazione di Poste Italiane. Nella mattina di sabato 18 maggio sindacati e lavoratori si sono ritrovati, bandiere in alto, in piazza Italia per esprimere il loro dissenso di fronte al rischio di una presenza sempre più importante di privati all’interno della società. Presenza che, secondo quanto ricordato dalle organizzazioni sindacali – Slp Cisl, la Slc Cgil e UilPoste, Confsal comunicazioni, Failp Cisal e Fnc Ugl Comunicazioni Umbria quelle intervenute -, si attesta oggi al 30%.

“No” alla privatizzazione, dunque, ma anche alla “divisione fra mercato privati e recapiti” con l’obiettivo dichiarato di “continuare ad assicurare un presidio sociale in molte frazioni, per evitare una situazione di precariato”. Per i sindacati, infatti, “con la privatizzazione, in Umbria si potrebbe verificare una situazione analoga a quella delle banche e quindi portare ad una sorta di desertificazione degli istituti”.

Ecco, perché secondo i sindacati sarebbe stata importante la presenza, in occasione del presidio di sabato mattina, di rappresentanti delle istituzioni ed in particolare di Anci. Presenza che, però, non c’è stata come sottolineato dal mondo sindacale, che si è detto rammaricato “perchè – hanno spiegato i rappresentanti delle sei organizzazioni scese in piazza insieme ai lavoratori – i Comuni sono le prime vittime di questo processo di indebolimento del territorio.

Guardando ai numeri, in Umbria gli uffici postali, esclusi i 16 centri che si occupano di recapito e logistica, sono 258, di cui 191 in provincia di Perugia e 67 in quella di Terni. Di lavoratori, invece, se ne contano su tutto il territorio regionale all’incirca 1.600 contro i 2.400 di dieci anni fa.

Articoli correlati