Si è discusso anche di salario minimo nella seduta della seconda commissione permanente convocata a Foligno nel pomeriggio di mercoledì 16 ottobre. A portare il tema sui tavoli della commissione il Partito democratico, che ha avanzato una proposta, sostenuta da tutta l’opposizione, di un salario minimo pari a 9 euro l’ora. Una proposta, spiega il “dem” Mario Bravi, che “si rivolge a tutto il sistema degli appalti pubblici, anche in quelle realtà in cui il Comune ha quote di proprietà” e con una funzione di “deterrenza, in tutto il sistema del mercato del lavoro territoriale”.
Analizzando la questione, infatti, il Pd ha sottolineato come “nel sistema locale del lavoro di Foligno, che comprende anche i comuni di Valtopina, Sellano, Trevi, Spello, Bevagna e Montefalco i salari sono mediamente del 13% più bassi rispetto ai già bassi salari a livello nazionale”. Ma non solo. L’Italia stessa rientra tra “i pochi Paesi a livello europeo, in cui i salari reali sono diminuiti e dove c’è un gigantesco problema di redistribuzione della ricchezza e di aumento delle diseguaglianze”.
Da qui un appello alle istituzioni, anche a quelle locali, che, sottolinea Mario Bravi, “devono recuperare un ruolo e una funzione su questo terreno, come ci hanno ricordato gli economisti, che nei giorni scorsi hanno ricevuto il premio Nobel dell’economia”. La discussione in seconda commissione, nel corso della quale sono state diverse le posizioni espresse, ha rappresentato di fatto un punto di partenza per un confronto che, annuncia l’esponente “dem”, è destinato a continuare “per acquisire ulteriori elementi di conoscenza e di approfondimento”. “Siamo infatti convinti come Pd – ha quindi concluso Mario Bravi – che le istituzioni locali non possono essere silenti o indifferenti all’esigenza di contrastare i bassi salari, la precarietà e l’assenza di prospettive, che colpisce sopratutto giovani e donne”.