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L’appello della Uil contro i lavoratori fantasma. Bombardieri: “Sono i nostri figli e nipoti”

A Foligno la tappa umbra della Carovana nazionale che sta attraversando tutta Italia. In piazza San Domenico due giornate di dibattito e confronto sul precariato, sulla sicurezza, sull’immigrazione, le pensioni e l’occupazione

Pubblicato il 26 Marzo 2025 16:51 - Modificato il 27 Marzo 2025 15:13

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“Sensibilizzare l’opinione pubblica, parlando con le persone, raccontando la vita dei nostri ragazzi”. Queste le parole utilizzate dal segretario nazionale Uil, Pierpaolo Bombardieri, per descrivere e sintetizzare le due giornate che hanno visto puntare i riflettori del sindacato sul Foligno, tappa umbra della Carovana nazionale  “No ai lavoratori fantasma”.

Due giornate scandite da sette panel tematici che hanno visto protagonisti personaggi di spicco nel panorama nazionale della Uil e del pubblico impiego. Nel primo giorno, inaugurato alla presenza della presidente della Regione Umbria, Stefania Proietti, e del sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini, si sono toccati temi importanti per quanto riguarda le lotte che “il sindacato delle persone” sta portando avanti, ma anche rispetto a questioni calde legate ai fatti del giorno discussi a palazzo Cesaroni. Il segretario Bombardieri, durante il dibattito a cui ha preso parte insieme all’assessore regionale Francesco De Rebotti, al direttore generale di Confindustria Umbria, Simone Cascioli, e al segretario generale della Uil Umbria, Maurizio Molinari, dal titolo “I rischi dell’isolamento – la desertificazione rende incerto il futuro dei giovani e delle imprese”, ha tenuto a ribadire l’importanza che assume oggi la lotta per la tutela dei “lavoratori fantasma”, che rappresentano una fetta importante della forza lavoro del Paese. “Ci sono fantasmi in giro – ha detto -, molti non li vedono, non li vedono le banche quando vanno a prendere un mutuo, non li vede chi vende le automobili perché non gli fanno le rate: sono i ragazzi che hanno un lavoro precario, part time o a nero, sono i ragazzi che guadagnano poco, sono i nostri figli, i nostri nipoti, che non riescono ad entrare nel mercato del lavoro e che non riescono ad avere una vita e un futuro dignitosi”.

Dopo Bombardieri, a prendere la parola anche l’assessore De Rebotti, che in risposta alla dura sentenza del segretario regionale Molinari “esplosa” contro le decisioni della politica regionale riguardo alla manovra discussa il giorno stesso, ha avuto modo di esprimersi sia sul tema principe del dibattito che sulla recente notizia di cronaca, facendosi carico delle responsabilità e delle critiche rivolte dai sindacati alla giunta regionale per una decisione non condivisa e per cui i rappresentanti dei lavoratori non sono stati interpellati. “È necessario scongiurare il rischio della crescita delle aliquote – ha spiegato De Rebotti -. I sindacati dovevano essere chiamati prima. Stamattina è iniziata una stagione di appuntamenti di confronto con le istituzioni per dettare una linea guida per modulare la manovra pensata. Ho bisogno che ci sia compattezza e condivisione che possa farci parlare come una voce unica. L’isolamento che in precedenza poteva essere una difesa per la nostra regione, oggi non è più sostenibile, questo è un limite per l’Umbria. Deve essere sostenuto un percorso di sviluppo e condivisione delle infrastrutture”.

Precarietà e lavoratori fantasma, immigrazione e pensioni, sicurezza sul lavoro e occupazione. Questi i temi che hanno colorato, invece, la seconda giornata di carovana, meno ricca di nomi altisonanti, ma comunque in grado di incarnare un degno continuum del debutto della manifestazione. Tre i dibattiti attraverso cui queste questioni sono state spalmate, con una mattinata incisiva decollata grazie agli interventi e alle testimonianze di più segretari Uil e istituzioni dell’economia locale. “Non è una questione di cultura del lavoro ma il fatto che troppo spesso vengono proposti contratti di lavoro con 12 ore di lavoro al giorno – ha commentato, mettendo l’accento su un problema immanente nell’economia umbra e italiana, Vera Bonomo, segretaria nazionale confederale Uil -. Secondo la Camera di Commercio dell’Umbria, nel decennio 2014-2024 la Regione ha perso 3.018 imprese artigiane e 5.336 abitanti. Si tratta di una delle peggiori performance delle regioni italiane. I giovani hanno un problema rispetto al mercato del lavoro, giovani e donne, che non è inclusivo ma è escludente”. 

La giornata è poi proseguita con altri due panel in cui esperti del settore e figure di rilievo di Uil hanno avuto la possibilità di mettere l’accento su situazioni che vanno monitorate perché il lavoro e i lavoratori del Paese possano andare incontro a condizioni degne di questo nome, dalla sicurezza sul lavoro, tema caldo anche in relazione alla morte dell’operaio che era al lavoro lungo l’Autostrada A1, che, travolto, ha perso la vita la stessa mattina dell’evento, fino alle questioni di previdenza sociale e immigrazione, principi vitali intorno a cui orbita il futuro stesso della Penisola.

Le due giornate si sono concluse con il saluto del segretario organizzativo nazionale Emanuele Ronzoni, che ha sottolineato i principi espressi durante la manifestazione e richiamato l’attenzione sulle prossime elezioni per il rinnovo delle Rsu.

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