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Rc auto, in Umbria quasi 40 mila veicoli circolano senza assicurazione

L’allarme arriva dal sindacato nazionale degli agenti di assicurazione che sottolinea come il fenomeno abbia subito un aumento dell’11,8% rispetto al 2022. Rasimelli: “Numeri non più accettabili per la collettività”

Pubblicato il 26 Agosto 2025 16:56

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In Umbria 38mila veicoli privi di polizza. A lanciare l’allarme il sindacato nazionale agenti di assicurazione (Sna), che sottolinea come nella nostra regione, la percentuale di veicoli non assicurati registri un aumento dell’11,8%. Se, infatti, nel 2022 erano 34mila, la stima per il 2024 è salita a 38mila. “Un fenomeno – fanno sapere da Sna –, in Italia ma anche in Umbria, che sta diventando estremamente preoccupante, con un impatto significativo sulla sicurezza stradale e sulle risorse del Fondo di garanzie per le vittime della strada”.

Nello specifico, si stima che solo nella provincia di Perugia i veicoli privi di polizza siano 30mila, e dei 656mila veicoli in circolazione il 4,5% risulti senza regolare garanzia Rc auto. Una percentuale inferiore alla media nazionale, pari al 6,1%, ma comunque significativa. In Italia, nel 2024, si stimano circa 2.915.000 di veicoli non assicurati, con un aumento del 12,8% in due anni. Difatti nel 2022, quelli privi di polizza erano 2.585 milioni.

“Questi numeri rendono la questione non più procrastinabile di interventi risolutivi – afferma Gianluca Costantini, coordinatore regionale in Umbria di Sna, associazione che ha condotto diverse ricerche sul tema –. In regione il 4,4% dei veicoli è privo di assicurazione, percentuale più bassa rispetto alla media, ma che segna la crescita dei non assicurati e rappresenta una situazione socialmente inaccettabile”.

Per Fabrizio Rasimelli, presidente della sezione provinciale Sna di Perugia, si tratta di numeri “non più accettabili per la collettività. È inutile rendere il codice sempre più severo se poi si consente a oltre 34mila veicoli di circolare senza una copertura assicurativa. Basterebbe mettere in atto un semplice incrocio delle banche dati già esistenti per contrastare in maniera efficace questo malcostume che rappresenta un pericolo reale per tutti gli automobilisti”.

I costi del fenomeno, infatti, ricadrebbero pesantemente sul fondo di garanzia per le vittime della strada, gestito dalla Consap, che indennizza le vittime di sinistri con veicoli non identificati o non assicurati. “Le risorse del fondo – spiegano da Sna – provengono da una percentuale sui premi Rc Auto (2,5%) pagati dalle compagnie che indirettamente pesano su tutti gli assicurati onesti”.

Inoltre, i veicoli non assicurati rappresentano una perdita economica significativa per l’intero sistema, come sottolinea Paolo Bullegas, responsabile nazionale della commissione di studio Rc auto Sna, il quale stima poi che i 2.915 milioni di automobilisti che evadono l’obbligo assicurativo costano al sistema oltre 5 miliardi di euro, con il danno che si estende anche alle casse dello Stato. “Tra oneri fiscali e parafiscali – aggiunge Bullegas –, lo Stato potrebbe incassare oltre 1,3 miliardi di euro. Queste risorse migliorerebbero i bilanci pubblici e potrebbero essere reinvestite per il beneficio collettivo, ad esempio, potenziando la sicurezza stradale o il pronto soccorso”.

Per far fronte al problema, sempre Bullegas, propone una serie di soluzioni, a partire da una convenzione per l’incrocio delle banche dati dei veicoli assicurati con quella dei veicoli immatricolati per individuare quelli non assicurati, a delle campagne mirate per aumentare la consapevolezza sui rischi e se conseguenze della circolazione senza assicurazione, oltre all’introduzione di agevolazioni o incentivi per le fasce di popolazione più fragili economicamente, ma anche una revisione della normativa per introdurre un limite massimo di quotazione del rischio. Il sindacato degli agenti di assicurazione ha rilevato, inoltre, “tariffe insostenibili, anche oltre 10mila euro annui, per la classe d’ingresso (Bonus Malus 14), ipotizzando una potenziale elusione dell’obbligo a contrarre in alcune aree del paese”.

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