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Foligno, la chiesa di San Paolo al freddo diventa un caso nazionale

Pubblicato il 7 Gennaio 2016 17:35 - Modificato il 5 Settembre 2023 21:55

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Il coro di voci di parroci e fedeli non è risuonato solo a Foligno, ma ha oltrepassato i confini regionali finendo con il diventare un vero e proprio caso nazionale. Ad occuparsi della vicenda della chiesa di San Paolo, troppo fredda d’inverno e calda d’estate, non è stata infatti solo la stampa locale. Ad occuparsi di quella che non è una chiesa come tante altre ma un’opera d’arte firmata dal noto architetto Massimiliano Fuksas è stato anche il quotidiano nazionale Il Giornale, che mercoledì ha portato la vicenda sotto i riflettori d’Italia. Il problema – com’è ormai noto – è legato ad un impianto di riscaldamento a pavimento insufficiente tanto da rendere le temperature al minimo del sopportabile. Nella notte di Natale il troppo freddo aveva costretto i fedeli ad abbandonare la chiesa a metà funzione ed i parroci a spostare le celebrazioni successive nel salone parrocchiale. Una soluzione, questa, che non può essere permanente come spiegato da don Antonio Ronchetti. “Abbiamo chiamato dei tecnici perché ci dessero delle soluzioni – ha detto – ma il problema rimane perché non abbiamo la certezza che siano definitive”. Ad ostacolare la risoluzione sono anche i vincoli imposti dall’architetto Fuksas, al momento della realizzazione della chiesa. “Non possiamo modificare l’interno che deve rimanere tale e quale” ha spiegato a questo proposito don Antonio Ronchetti, che ha aggiunto: “Bisogna agire sempre sul riscaldamento a pavimento aumentando la potenza delle caldaie. Il problema è l’altezza, e quando accendiamo l’impianto si creano dei vortici di aria fredda che non fanno percepire il riscaldamento. Sono cinque anni che ci ritroviamo puntualmente a dover fare i conti con questa situazione e noi dobbiamo dare la possibilità a chi viene in chiesa di poterci stare ad una temperatura accettabile”.  

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